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Ucraina: Ereditato (fisico delle particelle), 'rischio seconda Chernobyl? Nullo'

31 marzo 2022 | 18.53
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Il rischio di una seconda Chernobyl? Praticamente nullo, e più strategico che reale. Incendi, missili, interruzione dell'elettricità: elementi di una guerra psicologica che oggi si gioca molto sulla paura, quella che si scatena in tutti noi alla parola 'nucleare'. "Un eventuale incidente oggi, a Zaporizhzhia o a Chernobyl, assolutamente non produrrebbe niente di simile. A Chernobyl i reattori sono spenti quindi non ci può essere nessuna fusione, nessuna esplosione. A Zaporizhzhia per ottenere la fusione del reattore ci deve essere o la volontà umana o un attacco ma davvero serio e deliberato, altro che missili e fucili. Ma perché i russi dovrebbero sparare un missile sulla centrale quando potrebbero buttare una bomba atomica tattica? Farebbero molti più danni, più paura e sarebbe più efficiente". A spiegarlo all'AdnKronos è Antonio Ereditato, fisico delle particelle elementari e divulgatore scientifico, docente alla Yale University.

Dunque stiamo tranquilli? "Sì, ma sempre attenti". Perché, come spiega Ereditato, la sicurezza di una centrale nucleare è dinamica. "Non esiste la sicurezza passiva in una centrale nucleare, la sua sicurezza è dinamica. Questo significa che non basta costruirla ma è necessario il monitoraggio di tutti i parametri che la caratterizzano: radiazioni, acqua (tutte le centrali sono vicine a dei fiumi perché l'elemento di raffreddamento di una centrale è fondamentale sia per il reattore sia per il combustibile stoccato) elettricità e fattore umano".

'Centrali nucleari, il luogo più sicuro in cui scappare in caso di emergenza'

Un discorso a parte va fatto per il combustibile stoccato "che di solito non gode di tutte le sicurezze del reattore attivo, ma viene messo in una piscina in attesa, anche per anni, di essere stoccato nei centri di raccolta. Quello, se venisse colpito da un missile, rappresenterebbe un problema più serio. Ma la domanda è: cui prodest? Perché mai i russi dovrebbero fare una cosa del genere? Bombardare una centrale con il rischio che il vento trasporti poi le polveri radioattive verso la Russia? Significa voler risolvere la questione bellica in maniera costosa, tortuosa e inefficiente".

"Condivido però la richiesta dell'Aiea - aggiunge il fisico - creare una specie di zona di sicurezza e non belligeranza attorno alle centrali". In attesa che questo avvenga, "anche in presenza di azioni belliche possiamo stare relativamente tranquilli". E allora tutti gli allarmi? "L'aspetto psicologico è dominante - risponde Ereditato - La radioattività è associata alla paura, anche un piccolo incendio nei pressi della centrale di Zaporizhzhia, dall'effetto pari a zero dal punto di vista militare, ha avuto un effetto enorme sulle preoccupazioni della società. Se c'è una regia, è una regia raffinata che punta alla paura, al ricatto psicologico".

"Tra noi fisici circola questa battuta: se c'è un problema e bisogna scappare, la cosa migliore per stare sicuri è scappare in una centrale nucleare. Perché parliamo di strutture complesse e molto costose che devono poter resistere non solo ad esplosioni ma anche a un eventuale aereo che per sbaglio finisse sul reattore".

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