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Ucraina, l'analista: "Da Putin non è più politica internazionale"

21 febbraio 2022 | 19.15
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(Foto Afp)
(Foto Afp)

Il conflitto per l'Ucraina "è già iniziato, è parte del negoziato". La Russia sta mettendo in atto un'operazione in cui "non esiste cesura fra guerra, politica e diplomazia: il negoziato è nel conflitto e il conflitto serve al negoziato", spiega all'Adnkronos una fonte militare occidentale. Per capire gli sviluppi di questi giorni, settimane e mesi "bisogna mettere da parte la logica della politica internazionale". E pensare, sottolinea, a un gruppo di terroristi che dirotta un aeroplano e lo fa atterrare allo scopo di iniziare a trattare. Porta avanti il conflitto, uccidendo un ostaggio alla volta, e negozia. "Le modalità con cui viene lanciato il conflitto sono strumentali per lo sviluppo del negoziato". In questo contesto, è quindi sbagliato pensare a una pausa o sospensione, a un inizio o a uno stop del conflitto: "L'aereo è già stato dirottato".

I motivi del dirottatore? Punire presunte colpe dei passeggeri, e ottenere un riscatto sotto forma politica da chi non si trova a bordo dell'aereo ma osserva dall'esterno. Una parte degli ostaggi va eliminata. E' necessario imporre violenza sugli ostaggi, in questo caso l'Ucraina. "E questa violenza deve essere visibile", sostiene ancora.

Non è neanche possibile ammazzare tutti gli ostaggi, perché non ci sarebbe più la possibilità di chiedere al mondo esterno quello che il dirottatore ha da chiedere. Viene quindi liquidato un ostaggio per volta e più la scena è visibile, maggiore è il peso. "Il negoziato è già in corso" e gli esponenti politici che vanno da Putin o a Mosca "non hanno capito che in questo contesto, questo tipo di trattativa non serve a nulla". E' come chi porta da mangiare per sfamare gli ostaggi.

La richiesta politica di Putin alla Nato e agli Stati Uniti per garanzie di sicurezza vincolanti in Europa potrebbe essere davvero quello che il Presidente russo vuole. Ma allo stesso tempo, e sarà questa l'azione militare, userà violenza contro gli ucraini, destabilizzando il Paese (e questo va avanti dal 2014), con nuove azioni, l'annessione della Crimea, lo stop dei rifornimenti di carbone, cyber attacchi, operazioni nel Donbass, azioni militari di altro tipo. Gli ucraini hanno già iniziato a dire, 'non siamo noi ad aver bombardato nel Donbass, siete voi che non avete rispettato gli accordi", che è già un ribaltamento del rapporto fra colpevole e vittima tipico delle crisi terroristiche.

"Non serve più un finto filmato. Una operazione sotto falsa bandiera. Quello che conta è la logica con cui si comporta un gruppo terrorista che tiene sotto ostaggio un gruppo consistente di persone con intento punitivo. E il carattere punitivo degli intenti di Putin è dimostrato per esempio dal lungo articolo del luglio del 2021 in cui sostiene che l'Ucraina non è un Paese ("Sull'unità storica fra russi e ucraini") o la frase con la canzone dei carcerati in ode allo stupro, pronunciata nella conferenza stampa congiunta con Emmanuel Macron (Ti piaccia o no, è il tuo dovere bellezza")

La crisi "non si risolve con la prima esecuzione. Ci vogliono delle pause fra un atto di violenza e un altro. Poi come viene impartita, è tecnica militare in senso stretto. Per il carattere anomalo di questa situazione, dovrebbero scendere in campo negoziatori specializzati nella logica dei rapimenti, più esperti di psicologica che di difesa.

Ma quando sarebbe avvenuto il passaggio di Putin a questa nuova fase di sospensione della politica internazionale ? Si ipotizza che possa essere avvenuto nei lunghi mesi di autoisolamento che si è imposto durante la prima ondata epidemica. Aggiunto al prolungamento del suo periodo al potere, con gli stessi interlocutori da anni oramai. Con l'assuefazione, della leadership russa e dei russi, alla perdita (in un anno la popolazione russa è diminuita di un milione di persone, 600mila delle quali morta per covid).

"Quello che conta è che la struttura decisionale dell'Occidente è del tutto impreparata per affrontare questo tipo di crisi. Nel momento in cui arriverà la violenza, inizieranno a essere uccisi degli ostaggi, aggiunge l'analista portando avanti la sua metafora, gli occidentali si divideranno. La violenza si normalizzerà piano piano, e la soglia del 'negoziato' sarà spostata sempre di più, nella direzione in cui vuole il sequestratore. Ma quale è stato il salto di questi mesi? "Hanno messo i sacchetti di sabbia intorno all'aereo in modo che i cecchini non possano sparare", chiosa.

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