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Ucraina, rischiano la pena di morte decine di 'partigiani delle ferrovie'

06 luglio 2022 | 16.43
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A breve prenderà il via il primo processo in Bielorussia. Tre gli imputati accusati di terrorismo e alto tradimento. La campagna lanciata dai partigiani del movimento Bypol ha ostacolato l'avanzata delle forze russe in Ucraina.

Ucraina, rischiano la pena di morte decine di 'partigiani delle ferrovie'

Decine di attivisti in Bielorussia rischiano di essere condannati alla pena di morte con l'accusa di aver sabotato, nei mesi scorsi, le ferrovie usate dai militari russi per nell'invasione dell'Ucraina nell'ambito di quella che è stata chiamata "guerra delle ferrovie": decine di azioni promosse, sin dallo scorso gennaio, da un gruppo che si fa chiamare "Bypol". Il processo contro le prime tre persone accusate per questi atti di sabotaggio inizierà a breve. Si tratta -denuncia l'organizzazione per la difesa dei diritti umani Vyasna, di Dzyanis Dzikun, Aleh Malchanau, and Dzmitry Ravich, tutti di Svetlahorsk, nel sud est della Bielorussia.

Le accuse formalizzate nei confronti di Dzyanis, Aleh e Dzmitry, sono appartenenza a un gruppo estremista, di aver portato a termine un atto terroristico -secondo un emendamento del codice penale introdotto da Aleksandr Lukashenko lo scorso maggio questo reato è punibile con la pena capitale- di aver inflitto danni premeditati alle linee di comunicazione e di alto tradimento.

L'inchiesta aperta nei loro confronti nella regione di Homel, nel sud est del Paese, è stata completata nei giorni scorsi, ha annunciato il Comitato investigativo a fine giugno senza citare i nomi dei tre imputati ma solo l'età, 29, 33 e 51 anni. Sono stati arrestati insieme a una sessantina di altre persone per il loro presunto coinvolgimento negli atti di sabotaggio delle ferrovie contro i convogli militari russi.

La Bielorussia non partecipa direttamente alla guerra. Ma ha consentito alle forze russe di attraversare il suo territorio per raggiungere l'Ucraina da nord. I partigiani bielorussi, sin da gennaio, quando militari russi e bielorussi erano impegnati in esercitazioni congiunte, hanno ripetutamente dato fuoco alle centraline per il controllo dei segnali e disattivato i sistemi di gestione online.

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