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Ucraina, Zelensky: "Draghi ha ragione, possiamo vincere"

12 maggio 2022 | 16.27
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"Il mondo è unito intorno a noi"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Guerra Ucraina-Russia, "Draghi ha ragione: noi possiamo vincere perché stiamo combattendo per la verità e non dobbiamo essere soli in questo". Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervistato da Bruno Vespa per Porta Porta in onda questa sera su Rai 1. "Le forze armate russe sono quattro volte più grandi delle nostre, il loro Stato otto volte il nostro, ma noi siamo dieci volte più forti come persone. Non siamo in condizioni pari, ma il mondo è unito intorno a noi". “Sono molto grato a Mario Draghi e felice che l’Italia si sia unita alle sanzioni europee" aggiunge.

Il ruolo dell’Italia in una possibile mediazione? “L’Italia ha un ruolo da protagonista in Europa" sottolinea Zelensky . "La fiducia verso la mediazione culturale dell’Italia è grande. Tramite questa cultura, il giornalismo e mass media voi potete portare la verità alla società russa che oggi si trova nella bolla informativa costruita dal potere politico e militare russo”.
 

“Bisogna portare via le forze armare russe dal nostro territorio, noi non abbiamo militari sul territorio russo. Devono liberare i nostri villaggi, le nostre case, restituire cosa è stato saccheggiato. Che loro se ne vadano e che rispondano per quello che hanno fatto. Come popolo non possiamo accettare compromessi per quello che riguarda la nostra indipendenza. Come minimo devono uscire dal territorio che hanno occupato dal 24 febbraio. E’ il primo passo per poter parlare di qualsiasi cosa, ma non sentiamo risposte a questa domanda”.

"Oggi il dialogo non è possibile senza una posizione non voglio dire rigida ma potente per quanto riguarda azioni della Federazione Russa. Bisogna ripristinare l’integrità territoriale ucraina, ma io sono convinto che i valori ci uniscono ma che senza delle forze armate potenti la base per le trattative con la Russia non sarà potente. Non vedo differenza tra la posizione europea e quella americana".

ACCIAIERIA AZOVSTAL - Per salvare gli uomini del battaglione Azov "stiamo facendo tutto il possibile e tutto ciò che dipende da noi va fatto. Non ci fermiamo, lottiamo per ogni persona e per ogni civile. I civili sono stati portati via dall'acciaieria, ora la questione sono i soldati" e "siamo pronti a scambiarli".

FINLANDIA - Della questione "ho parlato con il presidente della Finlandia che chiamerà Putin" e "sono grato all'Onu e alla Croce Rossa che hanno scortato i civili e sono pronti ad aiutare", ma ora "la questione sta dalla parte russa".

TRANSNISTRIA - "Possibile un attacco dalla Transnistria. Il 100% delle persone lì sono controllate dalla Federazione Russa" ha detto il presidente ucraino. "Ci aspettiamo fino a 15mila persone da lì, ma non sono molto preparati dal punto di vista militare e possono ricevere forze aggiuntive solo dal cielo. Se si muoveranno, non abbiamo molto paura perché di queste 15mila persone forse solo fino a 3mila sanno davvero combattere. Può essere una sfida ma non una grande minaccia".

CRIMEA E DONBASS - Indipendenza della Crimea? “No, non è possibile e non la riconosceremo mai come parte della Federazione Russa” e “siamo pronti a parlare con la Russia, sì, ma adesso con la guerra questa questione dolente va lasciata da parte, se ostacola l’incontro tra i due presidenti".

Concedere una larga autonomia al Donbass? "ma lì non è rimasto niente. Larga autonomia di cosa?”, i russi “hanno ucciso, distrutto e ora chiedono l’autonomia? Noi non riconosceremo mai l’autonomia”.

TRATTATIVA - Per quanto riguarda le trattative con la Federazione Russa, "la questione si complica ogni giorno perché ogni giorno i russi occupano villaggi, uccidono, vedo le tracce delle torture, le rovine che lasciano dietro di sé e questo complica molto la possibilità di condurre le trattative. La nostra società è molto pacifica, in questi otto anni volevamo trattare ma ora la società non la vede più positivamente. Come presidente sono pronto a parlare con Putin senza mediatori, però no agli ultimatum".

PUTIN - Come Putin potrebbe salvare la faccia? "Non credo che riuscirà a salvare la faccia. E credo che dobbiamo pensare al futuro della Russia. Sono i nostri vicini. Ci saranno altri presidenti e altre generazioni, quello che ha fatto questa guerra è di mettere un confine non solo territoriale, ma storico. Per salvare la faccia Putin deve salvare il suo Stato”.

LA FAMIGLIA DI ZELENSKY - “Parlo al telefono con la mia famiglia, li ho visti un paio di volte, mi danno massimo sostegno. Vogliono che la guerra finisca ma che finisca con la nostra vittoria perché non abbiamo nessun diritto di perdere, dopo decine di migliaia di persone uccise”. Il presidente ucraino ha, poi, sottolineato di non trovarsi in un bunker: “A differenza di alcuni leader vicini, sono nel mio ufficio nel centro di Kiev. E mi trovo qui, in una delle mie stanze e qui incontro tutti i leader, eccetto quando ci sono gli allarmi antiaerei”.

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