E' andata in scena al Lingotto, a distanza di 115 anni dalla prima riunione dei soci dell'11 luglio 1899, a Palazzo Bricherasio
La Fiat lascia Torino. E con il via libera alla fusione con Chrysler diventa, anche formalmente, un'azienda globale. Al Lingotto è andata in scena l'ultima assemblea 'italiana', a distanza di 115 anni dalla prima riunione dei soci dell'11 luglio 1899, a Palazzo Bricherasio. Uno spartiacque, che segna anche fisicamente la rottura del cordone ombelicale con la città dove la casa automobilistica è nata e cresciuta.
A spiegare il senso di un distacco che deve essere assimilato come un passaggio ormai fisiologico, è Andrea Boitani, professore della Cattolica ed esperto, in particolare, di trasporti. "Dobbiamo imparare che Fiat è un'azienda globale, che ha rotto il cordone ombelicale con l'Italia. Ora deve essere l'Italia ad attrarre investimenti, inclusi quelli di Fiat", evidenzia, parlando con l'Adnkronos. Fiat, spiega, "non deve e non può dare garanzie per gli stabilimenti Italiani" perchè "l'industria moderna sposta la produzione vicina ai mercati di sbocco e, soprattutto, dove è più conveniente". L'assemblea degli azionisti Fiat di oggi, l'ultima a Torino, "è la conclusione formale di un processo", oltre che "un passaggio significativo per l'immaginario italiano, visto che il nome Torino figurava nel simbolo Fiat".
Da oggi, anche l'acrononimo rappresenta ufficialmente un cambio di epoca. Fabbrica Italiana Automobili Torino cede il passo a Fiat Chrysler Automobiles. Dal prossimo anno non ci sarà più l'assemblea e dall'autunno, da quando la fusione diventerà operativa, anche le riunioni del Cda non si svolgeranno più al Lingotto, ma a Londra. Dal 2016, probabilmente, via l'euro per il dollaro. Moneta e sede globale, come si conviene a una multinazionale.
