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Veronesi, il tributo degli oncologi da tutto il mondo: "Un gigante"

14 novembre 2016 | 16.01
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(Fotogramma)
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"Un gigante", un nome "che resterà per sempre associato alla ricerca pionieristica sulla chirurgia conservativa del seno". Così gli oncologi del mondo ricordano lo scienziato italiano Umberto Veronesi. Messaggi di cordoglio per la sua morte sono arrivati dalle più importanti istituzioni scientifiche, dall'Asco (American Society of Clinical Oncology) che "piange la scomparsa e onora la vita" dell'oncologo milanese, fino alla Iarc (International Agency for Research on Cancer), l'Agenzia dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) operativa nel campo della ricerca epidemiologica e di laboratorio sulle cause dei tumori, che si dice "addolorata" e ricorda la sua vita controcorrente.

In particolare quando "nei primi anni '70 Veronesi ha avviato, in contrasto con il parere prevalente tra i chirurghi, lo studio clinico randomizzato di confronto tra la mastectomia radicale e la quadrantectomia", tecnica che lo ha reso noto in tutto il mondo e che prevede l'asportazione della sola parte di seno colpita dalla malattia 'conservando' il resto, "per i tumori al seno inferiori a 2 cm di diametro".

Lo scienziato è stato "riconosciuto a livello mondiale come una figura di spicco nel campo della ricerca clinica sul cancro", ha osservato la Iarc che ha ricordato il suo contributo alla fondazione dell'Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro) nel 1965 e della Scuola europea di oncologia (Eso) nel 1982, oltre all'impegno su temi come "il fine vita, l'aborto, la diagnosi prenatale, e altre questioni etiche e politiche relative alla salute" e al periodo in cui è stato membro del Consiglio scientifico Iarc fra il 1972 e il 1975. Veronesi, ha ricordato l'agenzia, è stato anche insignito della Medaglia d'Onore Iarc nel 2004.

"Era un gigante", ha esordito in una nota Daniel F. Hayes, presidente dell'Asco. "E' stato uno dei pionieri della terapia conservativa del seno, così come della chemioterapia adiuvante, della mappatura del linfonodo sentinella, e della riduzione dell'esposizione alle radiazioni per il trattamento dei tumori del seno. Milioni di pazienti in tutto il mondo hanno ricevuto una terapia migliore, più efficace, ma meno dannosa grazie ai suoi studi innovativi e visionari". Tanto che l'Asco ricorda di aver riconosciuto nel 2003 all'oncologo un suo prestigioso premio - il 'Distinguished Service Award for Scientific Achievement' - come tributo all'impegno di una vita.

Veronesi, ha aggiunto il Ceo dell'Asco, Clifford A. Hudis, "ha contribuito a inaugurare l'era moderna della ricerca clinica che ha cambiato la pratica sulla base di prove di alta qualità. Non ha mai smesso di porre domande su importanti questioni cliniche e pratiche. In questo senso è responsabile, direttamente o indirettamente, per il gran numero di ricercatori che hanno seguito il suo percorso e tratto ispirazione dai suoi approcci creativi a sfide di lunga data nella cura del cancro". Anche gli esperti dell'Asco hanno ricordato la pietra miliare, lo studio che nel 1981 si è guadagnato le pagine del 'New England Journal of Medicine', in cui Veronesi e colleghi compararono mastectomia radicale e quadrantectomia, con risultati che "non hanno mostrato differenze nella sopravvivenza complessiva o libera da malattia tra i due approcci".

Fra le attività dell'oncologo riportate alla memoria dai colleghi statunitensi c'è la parentesi, dal 1985 al 1988, alla guida dell'European Organisation for Research and Treatment of Cancer (Eortc). E anche l'Eortc ha voluto onorare la memoria dello scienziato sul suo sito, "il suo contributo al trattamento di tanti pazienti in tutto il mondo che hanno beneficiato del suo lavoro", "il suo approccio visionario al trattamento del cancro e il suo impegno per la ricerca clinica" oncologica. Fra gli incarichi si ricorda l'aver presieduto per 20 anni il Gruppo melanoma dell'Oms.

Sotto la sua guida, si legge nella nota, "l'Eortc è stata in grado di avviare l'aggiornamento delle infrastrutture di ricerca clinica e di lanciare la prima Consensus Conference sulle procedure di controllo qualità". E poi c'è la lista dei riconoscimenti ricevuti da Veronesi per la svolta che ha impresso all'oncologia, fra cui - ricorda l'Eortc - anche "una nomination per il premio Nobel". E' stato, chiosa l'organizzazione europea, "un campione e un modello per medici e ricercatori e siamo profondamente grati per il ruolo che ha giocato come nostro presidente".

Al coro di saluti si aggiunge l'European Cancer Organisation (Ecco). Questo circuito, di cui fanno parte 24 società scientifiche che rappresentano oltre 80 mila professionisti in oncologia a livello europeo, ha definito Veronesi "un gigante globale nella cura dei pazienti affetti da cancro, un chirurgo leader, noto per le sue idee innovative", che "ha giocato un ruolo cruciale nella creazione della Federazione delle European Cancer Societies (Fecs, poi divenuta Ecco), da lui presieduta nel 1981-83 e poi di nuovo nel 1991-93". Un "vero visionario che ha modellato il panorama del cancro".

L'organizzazione "lavora duro per realizzare la sua visione di forte cooperazione multidisciplinare tra i professionisti dell'oncologia nell'interesse dei pazienti". Un approccio che, promette l'Ecco, animerà anche il prossimo Congresso di Amsterdam (a gennaio 2017), come "potente testamento. A noi tutti mancherà Umberto Veronesi e il suo ottimismo instancabile". Su Twitter esprime "tristezza" anche l'European Society of Medical Oncology (Esmo), e infine c'è il "profondo dolore" espresso dall'Oeci, il network degli Istituti oncologici europei, che dice addio a Veronesi, "la figura di oncologo europeo più stimata e padre fondatore dell'Oeci. Lo ricorderemo per le sue competenze eccezionali, la volontà e la visione, che sono servite a promuovere l'eccellenza dell'oncologia europea e hanno notevolmente migliorato la qualità della vita dei pazienti. Rimarrai sempre con noi - promette l'Oeci - Ciao Umberto!".

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