Torna prepotentemente l'abito nella collezione di Corneliani dedicata alla prossima primavera estate, un capo pensato anche e soprattutto per i giovani, e tuttavia sofisticato, sartoriale, magari declinato con i bermuda "perché bisogna sdrammatizzare", spiega all'AdnKronos Sergio Corneliani, art director della maison mantovana, che questa mattina ha aperto le danze sfilando a Palazzo Litta in corso Magenta. "Non possiamo pensare all'abito solo come ad un pezzo di abbigliamento nel guardaroba dell'uomo, relegato alle occasioni più formali e rigide".
Anzi, "le giovani generazioni - aggiunge - si appassionano anche a nuove interpretazioni dell'abito. Sta tornando con forza l'abito da giorno in cotoni stropicciati o mescolati con la seta, tridimensionali. Credo che ci sia spazio per reinventare l'abito". Ecco allora che un dandy iperchic e molto rilassato avanza in passerella tra colori eleganti, polverosi che si alternano a qualche stampa. Una collezione dosata, un'eleganza non urlata con qualche vezzo, come il piccolo foulard annodato attorno al collo.
Ma chi è e dove vive il giovane al quale lo stilista ha pensato per creare la nuova collezione? La risposta è semplice, vive nel mondo: "c'è una globalizzazione della collezione, ci sono stili diversi. Devo dire che sfortunatamente i giovani italiani ancora non hanno grandi potenzialità di spesa, mentre in Cina i ragazzi che hanno avuto l'opportunità di vivere il florido sviluppo economico iniziano ad avere grandi capacità di spes,a anche appena laureati, perché trovano posizioni di rilievo all'interno delle imprese che si sviluppano. Questo sta avvenendo anche negli Stati Uniti, dove ci sono grandi opportunità di sviluppo. Quindi sia in Usa, Oriente e Cina bisogna pensare ad approcciare consumatori molto più giovani di quanto non siano - conclude Sergio Corneliani - nella vecchia Europa".