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Usa: deputata repubblicana già pronta a fermare marijuana a Washington

06 novembre 2014 | 16.59
LETTURA: 2 minuti

Marijuana presto legale a Washington DC.? Malgrado il successo del referendum del 4 novembre nella capitale federale americana, la sua applicazione è tutt'altro che certa, ricorda oggi il Washington Post. Una deputata repubblicana del Maryland, Andy Harris ha già preannunciato battaglia per bloccare tutto e non è escluso che possa riuscirci.

Il Congresso americano ha infatti il potere di mettere il veto sulle leggi approvate nel distretto di Columbia. Si tratta di una procedura straordinaria, che prevede l'assenso delle due camere e del presidente degli Stati Uniti entro 60 giorni dall'approvazione del provvedimento nel parlamento locale di Washington DC.

Negli ultimi 40 anni è successo solo tre volte, ma il Congresso ha altre armi a sua disposizione. Usando alcuni espedienti procedurali i repubblicani sono già riusciti a ritardare per 11 anni il via libera all'uso della marijuana per motivi medici a Washington, approvato da un referendum nel 1998.

sindaco Bowser vorrebbe regolamentare anche la vendita

Con queste premesse, gli ingredienti ci sono tutti perchè la legalizzazione della marijuana possa diventare un tema di dibattito nazionale con un Congresso che ora sarà a maggioranza republicana e un presidente, Barack Obama, che ha ammesso di aver fumato spinelli al liceo. Non tutti i repubblicani sono però graniticamente proibizionisti. In passato una cinquantina di deputati del Gop si sono per esempio schierati in favore dell'uso medico.

Molto potrebbe dipendere dalla legge che verrà approvata a Washington. Con il referendum diventa legale il possesso fino a due once di marijuana (57 grammi) e la coltivazione di tre piantine. Il nuovo sindaco, la democratica Muriel Bowser, sta pensando che la legge di applicazione potrebbe servire per regolamentare anche la vendita di marijuana, con relativa tassazione. Un simile sviluppo nella capitale federale, la città dove ha sede l'agenzia anti droga (Dea), potrebbe rinserrare ulteriormente i ranghi repubblicani contro il provvedimento.

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