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Usa, il Pentagono concede turbanti e barbe a tre reclute sikh

11 aprile 2016 | 17.13
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Soldati Usa (Afp)
Soldati Usa (Afp)

Tre giovane reclute dell'Esercito americano di religione sikh potranno iniziare a maggio il loro addestramento militare senza rinunciare ai turbanti e senza tagliarsi la barba. E' questo l'accordo che gli avvocati dei tre giovani hanno raggiunto con Pentagono ed Esercito per chiudere la causa che era stata avviata in nome del rispetto dei principi religiosi delle reclute. "Dopo mesi di attesa sono felicissimo di poter finalmente servire sia Dio che il mio Paese", ha dichiarato Arjan Singh Ghotra, studente 17enne che si è arruolato nella Virginia Army National Guard.

"Sarò per sempre grato all'Esercito per avermi permesso almeno di andare all'addestramento", ha poi aggiunto esprimendo la "speranza che l'Esercito possa estendere anche a dopo l'accordo". Infatti la misura, per ora, interessa solo il periodo di addestramento non solo di Gothra ma anche di Kanwar Singh e Harpal Singh. Il primo si è arruolato nella Massachusetts Army National Guard dopo essere rimasto colpito dalla risposta data agli attentati alla maratona di Boston, mentre il secondo è entrato nei riservisti dell'esercito attraverso il programma che permette ai residenti stranieri che si arruolano di velocizzare il cammino verso la cittadinanza.

L'accordo è stato fatto sulla base del regolamento, varato nel 2014, che prescrive che le Forze Armate accolgano le richieste fatte, in base ai principi religiosi, dai singoli militari a meno che queste non interferiscano con la capacità di combattimento.

Il memo dell'Esercito comunque non manca di dare precise indicazioni riguardo al turbante - che dovrà essere d'obbligo nero o mimetico, a seconda delle situazioni - e la barba, che comunque non potrà mai essere più lunga di cinque centimetri in caserma, due e mezzo durante le esercitazioni, e mai arrivare al colletto dell'uniforme.

Senza contare che, come ha sottolineato l'assistente segretario all'Esercito, Debra Wada, che firma il memo, la misura potrà essere "ritirata o ridotta per necessità militari" e che dovrà essere sempre valutata caso per caso. Così che gli avvocati delle tre reclute, pur esprimendo soddisfazione per la decisione dell'Esercito nei confronti dei propri clienti, affermano che l'approccio caso per caso è ancora discriminatorio nei confronti dei sikh.

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