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Vaccino Covid, attacchi e minacce no vax: così si scatena la rabbia contro la scienza

15 giugno 2021 | 16.44
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Virologi, infettivologi, immunologi: esperti nel mirino

(Fotogramma)
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Virologi, infettivologi, immunologi: gli esperti continuano ad essere nel mirino dei no vax. "Sono mesi che continuo a denunciare, tramite il mio avvocato, alla Procura e alla Digos tutti gli attacchi e le minacce che mi arrivano" dice all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, raccontando questi mesi di violenti attacchi ricevuti sui social, con minacce di morte a lui e alla famiglia. "E' importante che si sappia che tutti quelli che mi hanno offeso o minacciato sono stati denunciati e prima o poi un funzionario di pubblica sicurezza andrà a bussare alla loro porta. Io non arretro di un centimetro, non mi intimidiscono per niente".

"Mia moglie e i miei figli hanno sofferto - aggiunge - in questi mesi ho seguito 2.500 persone con il lavoro del mio team. Mi sono speso per i vaccini e per la cura del Covid. Noi in prima linea abbiamo ricevuto attacchi perché qualcuno che dovrebbe metterci la faccia, fondamentalmente il ministro della Salute, non l'ha fatto. E queste persone finiscono per attaccare esperti come me. Gli attacchi che ricevevo io, Vaia o Burioni arrivano a noi perché il ministero non viene visto come un interlocutore credibile". La solidarietà dei colleghi e delle istituzioni? "Mi aspettavo qualcosa di più dalle seconde - sottolinea - Il presidente della Liguria Toti mi è stato vicino, ho molto apprezzato Burioni che mi ha chiamato per primo. Gli altri sono stati assenti, forse se condannassero gli episodi farebbero bene. Ma i politici - conclude - guardano più ai voti e non al bene della gente".

"Esprimo tutta la mia solidarietà al collega Bassetti e a tutti coloro che hanno avuto minacce a causa delle posizioni sul vaccino come strumento indispensabile per la lotta al coronavirus - afferma all'Adnkronos Salute Francesco Vaia, direttore dell'Inmi Spallanzani di Roma - Io stesso sono stato minacciato nel recente passato, non voglio enfatizzare, sono sereno e vado avanti in prima linea. Considero i vaccini anti Covid e i monoclonali gli strumenti fondamentali che ci consentiranno di uscire fuori dalla pandemia". L'attacco dei no vax allo Spallanzani si è concentrato soprattutto in occasione del 'V-Day' del 27 dicembre, quando l'infermiera dell'Istituto Claudia Alivernini, la prima vaccinata contro il Covid in Italia, ha subito sui social pesanti minacce.

Solidarietà a Bassetti anche da Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano. "Purtroppo, quando si diventa un personaggio pubblico come ormai siamo diventati noi virologi" ai tempi di Covid-19, "c'è anche questo rischio" dice all'Adnkronos Salute. L'invito dell'esperta è ad andare avanti: "La parola va sempre e solo alla scienza". Anche a Gismondo è capitato in passato di ricevere attacchi: è successo "tempo fa - ricorda - quando ho sostenuto la campagna vaccinale Hpv per le bambine" contro l'infezione da Papillomavirus umano. "Ma giusto un messaggio".

"Anni fa, a quanto pare, ero nel mirino degli animalisti dell'epoca - racconta Silvio Garattini, fondatore e presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri - Avevano trovato una mia foto con una croce sopra, avevo ricevuto diverse minacce e quindi ero stato sottoposto anche io a una scorta della polizia. Non è durata moltissimo, per fortuna, perché poi in quel periodo sono dovuto andare negli Usa e quando sono tornato in Italia non c'è stata più la necessità di una protezione. Ricordo che allora mi svegliavano alle 2 di notte, dicendo frasi aggressive. Fare ricerca porta anche a questo. E oggi all'infettivologo Matteo Bassetti", sotto 'sorveglianza attiva' da parte della polizia per via delle minacce no vax, "auguro che la sua situazione si risolva molto presto e che si possa ritornare a uno stato di maggior serenità, tranquillità e dialogo".

Ai no vax che rialzano la testa in tempi di vaccino anti Covid cosa si può dire? "Con i dubbiosi si può dialogare, con i fanatici è più difficile, rimarranno del loro parere - ammette Garattini - Dobbiamo però pensare che gli irriducibili sono relativamente pochi, anche se molto rumorosi e vocali. Dobbiamo mirare a dialogare e convincere gli esitanti, che purtroppo sono tanti da quel che vediamo sull'andamento delle vaccinazioni. Purtroppo ci sono anche persone fanatiche che eccedono".

"In questi mesi ho ricevuto messaggi e mail di minacce da chi è contro i vaccini Covid e da chi, soprattutto durante la prima e seconda ondata, era contrario ai lockdown - sottolinea all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma - Sulle prime davvero non commento, forse le mie apparizioni in tv mi hanno fatto diventare bersaglio di queste persone, mentre sui secondi posso capire che per molti sono stati mesi difficili con le attività commerciali chiuse. Capisco quindi l'esasperazione".

Nel mirino anche il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell'Università Statale di Milano. "Se vado a vedere i miei social, infatti li uso poco, sotto ogni cosa che pubblico, anche riguardante il mio impegno nel volontariato per l'Ampas, trovo commenti di gente che dice veramente di tutto e sconfina, va oltre l'insulto, va verso la minaccia. E' una situazione sgradevole" dice Pregliasco all'Adnkronos Salute. "C'è gente, ed è comprensibile, angosciata, stravolta, in difficoltà e molte di queste persone rumorose - aggiunge - hanno perso la fiducia nelle istituzioni e ci individuano come colpevoli di un complotto che li vuole controllare e che è tutta una balla. E' terribile. Io ho fatto una denuncia alla Digos un po' di tempo fa con una sequenza di messaggi. Non mi hanno ancora dato riscontro ma erano profili fake e quindi non facili da individuare, speriamo che li individuino".

Secondo Pregliasco, "però purtroppo questo fa parte di quella che è la difficoltà della comunicazione nelle situazioni di emergenza, ed è una tristezza". E con il Covid i messaggi di minaccia sono aumentati, "prima ne avevo sempre perché mi sono occupato di vaccinazioni e si tratta di un tema delicato, la vaccinazione - ricorda il virologo - ha un approccio molto molto difficile con la popolazione". Diversa la reazione delle persone fuori dai social. "Di persona, sono stato in giro anche a Roma per impegni istituzionali - riferisce il virologo - e dalle persone che mi riconoscono ho sempre ricevuto approcci positivi. Non ho ancora, però lo temo, incontrato un no vax che magari mi dà uno sganassone, così, a freddo", conclude.

"C'è un dato inoppugnabile ed anche imperdonabile emerso durante quest'ultimo anno e mezzo: il medico che finisce nel mirino di gruppi più o meno organizzati di esagitati. Siamo passati in poco tempo dagli spot celebrativi dei medici eroi, al dileggio costante di altrettanto autorevoli uomini di scienza. Diciamo pure che l'uso e l'abuso di pareri scientifici quotidianamente rilasciati a mezzo stampa, talvolta contraddittori, ha finito con l'indebolire la figura del medico che da eroe è divenuto obiettivo di protesta e scarico di rabbia sociale, spesso livellando verso il basso quell'autorevolezza da tanti consolidata nel tempo. Io stesso mi trovo continuamente esposto a critiche che sfociano nell'offesa, a insulti, minacce, e a veri e propri tentativi di diffamazione" racconta all'Adnkronos Salute Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione italiana di Medicina personalizzate.

"Non è una responsabilità da addossare sulle spalle degli organi di informazione o dei social network, ma è un problema di cui si deve far carico la dirigenza politica che forse non ha provveduto per tempo a tutelare la professionalità dei medici, dei ricercatori, degli scienziati, utilizzati troppo spesso come comparse prese a giornata e non come risorse per la collettività. A questo punto, forse, andrebbe messa in atto una comunicazione rigenerante su vasta scala", conclude l'immunologo.

"A febbraio in tempi non sospetti dissi che una comunicazione sbagliata avrebbe dato un'arma incredibile ai no vax. Oggi dico che quell'arma gliel'abbiamo data" dice il virologo Andrea Crisanti . "Io personalmente non ho ricevuto minacce da no vax né da nessuno. Ma penso che il migliore aiuto a queste persone per sferrare attacchi l'ha dato una comunicazione incoerente e amatoriale. Mi riferisco in generale a tutto. Il peccato originale è stato forse all'inizio, già ai tempi dell'approvazione dei vaccini Covid. Ci fu per esempio chi polemizzava con me dicendo che se le agenzie Ema o Aifa approvano un vaccino vuol dire che questi sono sicuri a priori e non può cambiare niente dopo. Invece, bisognava spiegare a tutti come funziona e dire che questi vaccini sono stati autorizzati con misure emergenziali e che, via via che si vaccinano le persone, avremo più dati e che questi ulteriori dati potranno ridefinire le indicazioni. Ma c'è stata paura a dirla questa cosa".

"E' ovvio che all'inizio si vaccinava in condizioni in cui non si sapeva esattamente al 100% quello che si può sapere vaccinando milioni e milioni di persone. Cosa che accade per tutti i vaccini - conclude Crisanti - Ma nel caso di Covid ha prevalso una comunicazione provinciale e influenzata anche dalla politica".

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