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Vaccino Covid e immunità di gregge, cosa dicono gli esperti

29 maggio 2021 | 13.22
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Il parere degli studiosi Pregliasco, Silvestri, Gismondo, Bassetti, Garattini e Farnetani

(Fotogramma)
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Vaccino Covid e immunità di gregge, sul tema gli esperti hanno posizioni diverse. "Se continuiamo così, a settembre avremo l’immunità di gregge" ha detto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, in un'intervista al 'Corriere della Sera'. "Guardo i numeri - ha sottolineato - A giugno arriveranno 20 milioni di dosi, oggi avanziamo al ritmo di 500 mila somministrazioni al giorno, ma presto grazie a questa concentrazione di vaccini riusciremo a toccare quota 700 mila. Dodici milioni di italiani sono già vaccinati, cioè oltre il 15% della popolazione, che in proporzione vuol dire meglio di Francia e Germania. A fine giugno i vaccinati saranno poco meno di 20 milioni. E non solo. Ora siamo a 33 milioni di dosi somministrate, a fine luglio taglieremo il traguardo dei 70 milioni. Così, ad agosto, potremo cominciare a toglierci la mascherina all’aperto. E a settembre ecco l’immunità".

Ma per Maria Rita Gismondo, microbiologa dell'ospedale Sacco di Milano, "non si può parlare di immunità di gregge con gli attuali vaccini" anti-Covid, che "prevengono la severità della malattia, ma non bloccano la circolazione del virus, anche se la attenuano e la riducono". "Più saremo vaccinati, meno virus circolerà e meno possibilità avrà di mutare. Ma Sars-CoV-2 continuerà a circolare", sottolinea l'esperta all'Adnkronos Salute. "Non credo verrà mai ottenuto l'obiettivo di eliminare questo coronavirus, che rimarrà circolante tra noi, pur se in maniera quasi innocua", evidenzia la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze del Sacco. "L'obiettivo - ribadisce - è non far ammalare e non far andare in terapia intensiva i fragili, e questo lo possiamo ottenere già con queste vaccinazioni". Ecco perché "le mascherine probabilmente presto non saranno più necessarie: perché i fragili saranno protetti dalla gravità della malattia - puntualizza Gismondo - ma non perché il virus non circolerà più. Continuerà a circolare, in una forma ridotta".

Secondo il virologo Guido Silvestri, docente alla Emory University di Atlanta, sarebbe "pericoloso" in questo momento "pensare che i vaccini già funzionano nel dare immunità di gregge" contro Covid-19, "quando le percentuali di persone vaccinate sono ancora relativamente basse, come quelle attuali". Questo è "davvero il punto critico". "Questo atteggiamento - avverte su Facebook, in un post su quelli che chiama "negazionisti" della stagionalità del coronavirus pandemico - porterebbe a rilassare la campagna vaccinale, quando invece dobbiamo spingere tutti per vaccinare come matti, da adesso fino ad ottobre, in Italia come in Europa e Nord America, approfittando in pieno della tregua estiva - esorta lo scienziato italiano in forze negli Usa - per arrivare a quella quota, che molti situano attorno al 70-80%, che davvero permetterà di stroncare la diffusione di Sars-CoV-2".

Mentre ritiene che "entro l'estate si possa raggiungere l'immunità di gregge" il pediatra Italo Farnetani, docente della Libera Università Ludes di Malta, che si dice ottimista sul fatto che si possa centrare l'obiettivo indicato come a portata di mano per settembre anche dal sottosegretario alla Salute, Andrea Costa. Tre i fattori chiave per il medico. "Il primo - dice all'Adnkronos Salute - che è prevista una massiccia fornitura di vaccini. Secondo punto: l'elemento determinante sarà la possibilità di effettuare il vaccino in molti luoghi, già nel posto di lavoro, ma io ho molta fiducia nel ruolo che avranno le farmacie, per avere una distribuzione territoriale capillare che faciliterà l'accesso" all'iniezione scudo. "Pertanto è prevedibile che il dato eccezionale raggiunto dal commissario Francesco Paolo Figliuolo, mezzo milione di dosi al giorno, potrà aumentare ulteriormente, proprio con l'aggiunta delle somministrazioni aggiuntive in luoghi diversi dagli attuali". Infine il terzo fattore: "Per fortuna sono ormai superate remore e timori sui vaccini. Anzi direi che c'è una gran voglia di vaccinare", conclude l'esperto.

"L'immunità di gregge intesa come immunità della categoria che va dai 16 anni in su è presumibile che si otterrà - spiega all'Adnkronos Salute Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università degli Studi di Milano - ovvero un obiettivo di copertura oltre al livello soglia immaginato in base ai modelli matematici" per avere uno scudo significativo contro Covid-19. "Di fatto però il virus rimarrà ancora". "Sarà necessario procedere anche a una vaccinazione dei più giovani - osserva - Per fortuna le cose sembra siano possibili. Almeno dai 12 anni in poi", visto che è fresca di approvazione da parte dell'Agenzia europea del farmaco Ema l'estensione d'uso del vaccino Pfizer per la fascia 12-15, "e vedremo ora gli studi anche per i più piccoli. Per cui ribadisco: l'immunità di gregge è un obiettivo verso cui tendere ed è giusto parlarne, sapendo che però non si arriva all'eliminazione" di Sars-CoV-2 "nella pratica reale con questa tipologia di malattia e di vaccino, ma piuttosto a un contenimento e a una convivenza sempre più civile con il virus". Convivenza che "necessiterà presumibilmente di rinforzi e richiami vaccinali nel prossimo futuro", conclude Pregliasco.

"Quanto più vacciniamo, tanto meglio è". Così Silvio Garattini, fondatore e presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, risponde a chi gli chiede se contro Covid-19 l'immunità di gregge a settembre è un obiettivo raggiungibile: "In realtà non lo sappiamo", spiega all'Adnkronos Salute. Fare previsioni è impossibile per diversi motivi, compresi due ostacoli che potrebbero allontanare il traguardo: i no-vax o comunque i dubbiosi del vaccino ("non sappiamo ancora quanti sono, lo sapremo solo a fine campagna", sottolinea) e la difficoltà dei Paesi poveri ad accedere alle iniezioni-scudo. Perché "non dimentichiamoci che dobbiamo vaccinare tutto il mondo - ammonisce lo scienziato - Non è un atto di beneficenza, è nel nostro stesso interesse".

Immunità di gregge entro settembre, sì o no? "Secondo me il problema è che, in generale, pensando all'immunità di gregge come unico traguardo stiamo rincorrendo una chimera, qualcosa che probabilmente non ci serve. Con il coronavirus Sars-CoV-2 dobbiamo ragionare in maniera diversa" spiega all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova e componente dell'Unità di crisi Covid-19 della Liguria. "Immunità di gregge - sottolinea - vuol dire raggiungere quella percentuale di copertura affinché il virus circoli meno o non circoli più. Si è parlato di un 65-70%. Ma con questo virus dobbiamo cambiare modo di ragionare, usare un'ottica diversa dall'immunità di gregge o di popolo. Intanto da altri Paesi abbiamo visto come i benefici della vaccinazione si possano raggiungere anche prima. Poi c'è da capire la differenza con altri virus".

"Per esempio - precisa l'esperto - con il morbillo è necessario raggiungere una percentuale di copertura del 95% e si riesce a debellare il virus. Con Sars-CoV-2 noi dobbiamo pensare principalmente ad alcune categorie, come gli ultrasessantenni e i fragili, e in queste dobbiamo tendere a una copertura al 100%, o almeno al 95%, perché coprirle al 70% sarebbe un fallimento e sarebbe dunque un errore pensare all'immunità di gregge per loro, perché avremmo lasciato scoperto un terzo di questi soggetti e ci ritroveremmo con un fronte debole in autunno".

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