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Ue: vertice su piano Juncker, Renzi cauto 'mi pare passo avanti'

18 dicembre 2014 | 17.55
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Vertice europeo sul piano Juncker che vara, gradualmente nel tempo, 315 miliardi per investimenti strategici. Renzi cauto.''Mi pare che un passo avanti ci sia stato". Juncker, ho fiducia nel governo Renzi.Via libera da Consiglio. Nuovo vertice straordinario 12 e 13 febbraio

Ue: vertice su piano Juncker, Renzi cauto 'mi pare passo avanti'

'Via libera' dal Consiglio Ue al piano Juncker i cui dettagli saranno al centro di un nuovo vertice straordinario il 12 e 13 febbraio 2015, sempre a Bruxelles, sotto la presidenza lettone. Un summit, quello di oggi, che ha concentrato l'attenzione anche sulla situazione in Ucraina e Russia. A gennaio, dunque, ci sarà la comunicazione della Commissione europea sulla flessibilità, poi, a metà di febbraio, il vertice straordinario "sulla governance, sulle regole del piano Juncker" in cui sostanzialmente, si dovranno decidere i contributi dei singoli Stati al Fondo strategico per gli investimenti e se potranno essere scorporati da deficit e debito solo i contributi al Fondo o anche quelli dei singoli Stati su progetti nazionali, come ha spiegato , ha spiegato il sottosegretario alle Politiche europee Sandro Gozi.

Sul piano, che prevede uno stanziamento finale di 315 miliardi di euro complessivi con un capitale d'avvio di 21 miliardi, di cui però solo 13 effettivi, e destinato, almeno nelle intenzioni, a colmare il vuoto di investimenti ereditato dagli anni di crisi, il premier italiano Matteo Renzi, sceglie la cautela: ''mi pare che un passo avanti ci sia stato, va nella nostra direzione, nella direzione di considerare investimenti fatti con il piano fuori dai confini del Patto di stabilità. Ma finchè non vediamo la conclusione dei lavori, non siamo in grado di dirlo'', dice prima dell'avvio dei lavori.

E prudente è anche il giudizio del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan secondo il quale il piano "è un buon punto di partenza" ma "c'è ancora lavoro da fare" per "capire in che modo le risorse che andranno ad alimentare il Fondo strategico saranno allocate". Nelle aspettative italiane, infatti, sopratutto "misure concrete per cambiare la prospettiva della crescita e dell'occupazione", ha aggiunto ed un celerità di attuazione, "in 6 mesi", stima ancora Padoan.

Ma è proprio Juncker ad offrire al premier Renzi un riconoscimento sull'operato del governo italiano e su quello del semestre a presidenza italiana. "Renzi è il primo premier che non fa marcia indietro di fronte all'opposizione di quelli che non vogliono cambiare nulla", dice in una intervista a Skytg24 dichiarando "grande ammirazione nei confronti dell'azione del governo in materia di riforma del mercato del lavoro. Io sono stato anche ministro del Lavoro nel mio paese e l'art.18 per me non ha segreti". E ancora: "quando un governo mi scrive che farà delle riforme strutturali io gli credo, quindi, sì, ho fiducia nel governo Renzi", dice ancora estendendo il riconoscimento anche al semestre di presidenza italiana. "Come Commissione abbiamo stabilito un triangolo tra consolidamento dei conti, riforme e investimenti e in questo senso vedo con piacere e simpatia l'azione del governo Renzi che ha cambiato le cose in Italia e che ha contribuito a cambiare le cose in Europa, ma certo non si può cambiare tutto in soli sei mesi", spiega sottolineando come "negli ultimi sei mesi l'Europa abbia "cambiato testa". " Al posto di concentrarci eccessivamente sul consolidamento dei conti, che resta comunque fondamentale, abbiamo saputo dimostrare che gli investimenti erano altrettanti importanti", conclude.

E sul piano e' intervenuto oggi anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. ''E' innegabile che la Commissione Juncker abbia un profilo più nettamente sovranazionale e si ponga obiettivi ambiziosi per rispondere alle sfide comuni in una chiave certamente più 'politica' di quelle che l'hanno preceduta'', dice guardando ad una Europa che ''sia pur lentamente e con difficoltà e contrasti, inizia a considerare se stessa e a funzionare come un'entità politica unitaria, in cui pur convivono tanti e diversissimi approcci, interessi, identità culturali, valori e aspirazioni''

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