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"Via il canone Rai", il ddl di Paragone

17 luglio 2019 | 15.28
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Il capogruppo 5S in Vigilanza: "Questo comporta la scelta di eliminare il tetto pubblicitario"

(Fotogramma)
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"In attesa di fare una vera e propria riforma della Rai e del mercato pubblicitario, a partire dagli Ott, vogliamo aiutare le famiglie italiane abolendo il canone. Ovviamente, questo comporta l'inevitabile scelta di eliminare anche il tetto pubblicitario dando il via a una vera e propria concorrenza, che oggi non c'è, tra il servizio pubblico, Mediaset, La7 e tutti gli attori privati del mercato radiotelevisivo. Questo è lo spirito del disegno di legge che ho presentato in Senato". Lo annuncia, in una nota, il capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Vigilanza Rai, Gianluigi Paragone.

LA POSIZIONE DELLA LEGA - "L'operazione di togliere il canone agli italiani è una rivendicazione storica della Lega che però attualmente deve fare i conti con il piano industriale dell'ad Rai indicato dal Movimento Cinque Stelle, Fabrizio Salini, che immaginiamo sia stato coinvolto nel cantiere di questo progetto di legge". L'esponente della Lega e segretario della commissione di Vigilanza Rai Massimiliano Capitanio spiega all'Adnkronos il punto di vista del Carroccio sull'ipotesi di abolizione del canone avanzata dal Movimento Cinque Stelle ed oggetto di un disegno di legge ad hoc al Senato, come annunciato oggi dal capogruppo in Commissione di Vigilanza Rai del M5s, Gianluigi Paragone, e anticipato ieri dal leader dei pentastellati e vicepremier Luigi Di Maio. "E' naturale che la riduzione o l'abolizione del canone ci troverà sempre a favore - dice Capitanio - Siamo disponibili sin da subito a lavorare per raggiungere l'obiettivo. E' altrettanto evidente, però - fa notare - che non asseconderemo mai nessuna operazione mirata a smantellare il servizio pubblico né asseconderemo altre logiche di informazione che non siano mirate all'interesse del cittadino e del Paese. Non dimentichiamo che - evidenzia Capitanio - parte del canone è utilizzato per sostenere il fondo per il pluralismo dell'informazione".

I DATI DELL'USIGRAI - Mentre i pentastellati, dal leader del M5s Luigi Di Maio al capogruppo in Vigilanza Gianluigi Paragone, vanno all'attacco del canone Rai, il leader del sindacato dei giornalisti Rai Vittorio Di Trapani snocciola i dati che mettono a confronto l'imposta versata dai cittadini al servizio pubblico radiotelevisivo italiano con quella in vigore negli altri Paesi europei. "#Canone #Rai #FactChecking. Quanto costa il canone a ogni cittadino? Italia (Rai) 29 euro. Germania (Ard-Zdf) 98 euro. Uk (Bbc) 72 euro. Francia (France Tv) 52 euro. Spagna (RTve) 38 euro. Dati noti a chi vuole ancora ridurre il canone?", chiede Di Trapani in un tweet dove il riferimento dei 29 euro in media per ogni cittadino italiano deriva dal fatto che la Rai conta su 1,7 mld da canone e che i cittadini sono 60 milioni, mentre i 90 euro di canone sono calcolati a famiglia. Di Trapani si sofferma anche sul rapporto tra incassi da canone e ricavi totali della Rai che, come noto, riceve anche soldi dalla pubblicità". #Canone #Rai #FactChecking. Quanto incide il canone sul totale dei ricavi? Rai 68% - scrive il segretario - Bbc 82%. Ard-Zdf 89%. France Tv 81%. RTve 89%. Dati noti - si domanda Di Trapani - a chi vuole ancora ridurre il canone?". Il leader dell'Usigrai incalza ancora:"Canone #Rai #FactChecking. Area Studi di #Mediobanca: dal canone lo Stato trattiene 340 milioni di euro. Dei 90 euro pagati dai cittadini solo 74,73 euro finiscono nelle casse della #Rai. Ovvero l'83% del totale. In Germania il 98%. In Uk il 98%. In Francia il 96%". Il tweet conclusivo sul tema canone Di Trapani lo riserva al rapporto tra lo share messo a segno e i soldi pubblici a disposizione delle tv pubbliche: "#Canone #Rai #FactChecking. Quanto costa ogni punto di share? Rai 49 euro. Ard-Zdf 183 euro. Bbc 150 euro. France Tv 121 euro. RTve 72 euro. Dati noti a chi vuole ancora ridurre il canone?", come dire che la Rai fa in media il 36,5% di share con 1,7 mld di euro pubblici, mentre, per esempio, la Bbc fa il 31,5% di share con 4,4 mld di euro di soldi pubblici. In sostanza la Rai, con meno della metà dei soldi pubblici di cui dispone la Bbc, ottiene un risultato in termini di share più alto. Un vanto che l'Usigrai, soprattutto in giorni come questi, tiene a rimarcare.

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