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Spiati al telefono, Vodafone: “Alcuni governi ci scavalcano”. Il Garante della Privacy: “Inaccettabile”

06 giugno 2014 | 13.59
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Report dell’azienda: “In un piccolo numero di Paesi la legge impone che autorità specifiche debbano avere accesso diretto alla rete” bypassando l’operatore. In Italia, nel 2013, ricevute 605.601 richieste da parte delle autorità. Soro: “Sorveglianza massiva, generalizzata e indiscriminata”. La vicepresidente della Commissione Ue Reding: “Servono limiti”

Spiati al telefono, Vodafone: “Alcuni governi ci scavalcano”. Il Garante della Privacy: “Inaccettabile”

“Nella maggior parte dei Paesi, Vodafone mantiene il pieno controllo operativo sull’infrastruttura tecnica utilizzata per consentire un’intercettazione legale sulla base di una richiesta avanzata da una agenzia o da un’autorità. Tuttavia, in un piccolo numero di Paesi, la legge impone che alcune agenzie e autorità specifiche debbano avere accesso diretto alla rete di un operatore, ‘bypassando’ qualsiasi forma di controllo operativo da parte dell’operatore sull’intercettazione ”.

E’ quanto si legge in un report di Vodafone dedicato al tema delle leggi e della tutela della privacy in 29 Paesi in cui opera. In quel piccolo numero di Stati, si legge, “Vodafone non riceverà alcuna forma di richiesta di accesso per l’intercettazione”.

Dai dati pubblicati nel Law Enforcement Disclosure Report di Vodafone emerge poi che in Italia, nel 2013, l’operatore telefonico ha ricevuto 605.601 richieste di dati da parte delle autorità. La cifra è contenuta nella sezione del rapporto dedicata ai singoli Paesi. Nel documento si precisa che il ministro italiano della Giustizia pubblica le statistiche relative al numero di domande di intercettazioni legali avanzate dalle autorità. Secondo quanto scrive il ‘Guardian’, che ha pubblicato una serie di tabelle basate sul rapporto Vodafone, con poco meno di 606mila richieste l’Italia si situa al top per numero di richieste legali di dati tra i Paesi analizzati.

Autorità privacy - Dura la posizione di Antonello Soro, presidente dell’Autorità Garante per la privacy: “Non è tollerabile che i governi svolgano un’opera di sorveglianza così massiva, generalizzata ed indiscriminata”. Come “non è accettabile che i governi accedano direttamente alle telefonate dei cittadini, al di fuori delle garanzie previste dalla legge e senza un provvedimento della magistratura”.

Vicepresidente Ue - “L’accesso ai dati dovrebbe essere sempre regolato da leggi chiare e garanzie giudiziarie. Non ci dovrebbe un accesso non regolamentato, diretto, automatico e di massa ai dati dei cittadini posseduti da società private da parte delle autorità, ma solo laddove vi fosse un chiaro sospetto. E non con un aspirapolvere, ma con le pinzette”. E’ quanto afferma la vicepresidente della Commissione Ue e commissaria alla Giustizia, Viviane Reding.

“La situazione attuale è anche un male per gli affari. Le aziende hanno bisogno di certezza del diritto e della fiducia dei loro clienti. Hanno bisogno di essere in grado di promettere ai clienti la loro privacy. La protezione dei dati genera fiducia - conclude - e dunque è un modello di business redditizio”.

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