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‘Why not’, chiesta assoluzione per De Magistris e condanna per Genchi

23 maggio 2014 | 12.19
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Secondo il pubblico ministero Felici l’attuale sindaco di Napoli ha avuto un ruolo secondario: pur essendo stato lui a disporre l’acquisizione dei tabulati dandogli carta bianca, il consulente informatico - per il quale è stata chiesta una condanna a 1 anno e 6 mesi - a un certo punto diventò il domus dell’inchiesta

(Foto Infophoto)
(Foto Infophoto)

Assoluzione per Luigi de Magistris, oggi sindaco di Napoli ma già pm a Catanzaro, e condanna a 1 anno e 6 mesi di reclusione per il consulente informatico Giocchino Genchi. Sono le richieste fatte dal pm Roberto Felici a conclusione della requisitoria nel processo che vede imputati i due di abuso d’ufficio per avere acquisito nell’ambito dell’inchiesta conosciuta come ‘Why not’, senza richiedere le necessarie autorizzazioni parlamentari i tabulati relativi alle utenze di 8 parlamentari.

Secondo il pubblico ministero pur essendo stato de Magistris a disporre l’acquisizione dei tabulati dandogli carta bianca, Genchi - consulente informatico dello stesso de Magistris - a un certo punto diventò il domus dell’inchiesta preparando i decreti di acquisizione degli atti poi firmati dall’ex pm di Catanzaro ma anche a scegliere quali erano i tabulati da acquisire. Tabulati acquisiti poi sulla base di informazioni emerse dall’agenda dell’imprenditore Antonio Saladini già indagato in Why not. Fu proprio Genchi a scegliere quelli che poi vennero acquisiti agli atti.

Secondo il pubblico ministero Felici l’attuale sindaco di Napoli nell’inchiesta ha avuto un ruolo secondario e dalla lettura degli atti raccolti emerge che non era a conoscenza che le utenze in questione si riferivano a parlamentari in carica. Riguardavano, in particolare Romano Prodi, Francesco Rutelli, Clemente Mastella, Marco Minniti e Antonio Gentile. Nella sua requisitoria Felici ha definito de Magistris “semplice esecutore delle richieste di Genchi’’.

Ha inoltre affermato di non apprezzare “quelli che erano i suoi metodi di indagine’’, ma di non aver trovato elementi per dire che fosse a conoscenza “che si stava commettendo un illecito acquisendo i tabulati senza l’autorizzazione’’. Quanto a Genchi il pm ha sottolineato più volte che “da semplice consulente ha avuto carta bianca per fare indagini che hanno comportato una violazione e un’indebita intrusione nella vita privata di alcune persone’’.

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