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Woody Allen al 'NY Times': ''Non ho molestato Dylan''. La replica: "Le solite bugie"

08 febbraio 2014 | 15.40
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Woody Allen al 'NY Times': ''Non ho molestato Dylan''. La replica:

New York, 8 feb. (Adnkronos/Ign) - "Naturalmente non ho molestato Dylan". Woody Allen rompe il silenzio e, a una settimana dalle accuse rilanciate dalla figlia adottiva, scrive una lettera al 'New York Times', lo stesso giornale usato da Dylan per denunciare il padre.

"Io le volevo bene e spero che un giorno capisca quando sia stata privata di avere un padre che l'amava e sfruttata da una madre che era più interessata alla sua gigantesca rabbia che al benessere di sua figlia".

Domenica scorsa, la 28enne Dylan Farrow aveva denunciato al giornale americano che il regista aveva abusato di lei quando aveva sette anni, in una soffitta della casa in Connecticut di Mia Farrow.

Nella lettera al 'NY Times', Allen definisce ancora "assurde" le accuse e sostiene che Dylan sia stata utilizzata come "una pedina" dalla sua ex compagna per "vendicarsi" per la separazione. Nel 1992, dopo una relazione durata 12 anni, il regista lasciò Mia Farrow per la figlia adottiva Soon-Yi Previn, all'epoca 19enne, con cui aveva iniziato una storia e che sposò cinque anni più tardi.

"Ventuno anni fa, quando sentii per la prima volta che Mia Farrow mi aveva accusato di molestie, trovai l'idea così ridicola che non ci pensai due volte. Siamo stati coinvolti in una rottura terribilmente aspra..." scrive Allen, denunciando che Dylan inizialmente disse "al medico che non era stata molestata", poi "Mia la portò fuori a prendere un gelato e, quando è tornata, la bambina ha cambiato la sua versione dei fatti".

Il regista accusa quindi Mia Farrow, "una madre forte che ha insegnato ad una bambina vulnerabile di sette anni a odiare il padre", di aver "indottrinato" Dylan, che ha deciso di parlare di nuovo dopo la candidatura all'Oscar dell'ultimo film di Allen, 'Blue Jasmine'.

Allen non è mai stato perseguito per quelle accuse. Il regista conclude quindi la sua lettera aperta in modo lapidario: "Questo scritto sarà la mia parola finale sulla questione e nessuno risponderà per mio conto ad ogni ulteriore commento fatto da altri".

Immediata la rispsota di Dylan Farrow, che nega che la madre l'abbia indotta a mentire e definisce "distorsioni e menzogne" le affermazioni fatte dal regista newyorkese. A riportare la controreplica della figlia adottiva è 'The Hollywood Reporter'.

"Ancora una volta Woody Allen attacca me e la mia famiglia nel tentativo di screditarmi e farmi tacere, ma niente di quello che può dire o scrivere può cambiare la verità" ha detto la 28enne, che nella denuncia pubblica dell'1 febbraio aveva anche lamentato il silenzio di Hollywood su questa vicenda.

La giovane ricorda come la Corte Suprema di New York nel 1992 negò la custodia della figlia ad Allen e ogni tipo di contatto. E sottolinea che il procuratore del Connecticut aveva concluso che c'erano probabilmente gli estremi di una querela ma che decise di non farlo per proteggere la vittima che era una bambina.

Dylan ha anche sottolineato che "Allen può avere un arsenale di avvocati e portavoce, ma l'unica cosa che non ha è la verità dalla sua parte". E conclude: "Spero che questa sia la fine dei suoi attacchi feroci e della campagna mediatica dei suoi avvocati e portavoci, come ha promesso. Io non lascerò che la veritò venga seppellita e che mi mettano a tacere".

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