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Elezioni, un ‘manifesto’ a misura di famiglia

07 febbraio 2018 | 12.06
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Elezioni, un ‘manifesto’ a misura di famiglia

Un pacchetto di proposte ‘a misura di famiglia’ che possa ispirare l’azione di chi si candida a guidare il Paese nei prossimi anni: dalla deduzione totale del costo di badanti, baby sitter e colf, all’introduzione di un meccanismo per modulare le tasse in base ai carichi familiari, passando per l’approvazione di un piano strategico per la non autosufficienza. E, ancora, approvazione di una legge che definisca i criteri di assegnazione delle risorse stanziate in legge di bilancio 2018 per i caregiver e formazione del personale che presta servizio nelle case degli italiani. Dalle Associazioni familiari arriva un ‘manifesto’ sul welfare destinato alla politica.

Il documento è stato presentato nel corso del convegno 'Famiglia, lavoro, abitazione: le proposte delle associazioni, gli impegni dei partiti', che Assindatcolf, Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico (aderente Confedilizia, componente Fidaldo), ha organizzato all’Hotel Nazionale, chiamando a raccolta tutte le realtà che, a più livelli, rappresentano le famiglie: il Forum nazionale delle associazioni familiari; l’associazione dei caregiver familiari Carer; l’Ente bilaterale nazionale del comparto di datori di lavoro e dei collaboratori familiari; Ebincolf e la Federazione italiana per il superamento dell’handicap, Fish onlus.

Associazioni da una parte, rappresentanti della politica dall’altra, che, programma alla mano, hanno potuto illustrare le ‘ricette’ sul welfare messe in campo dai partiti in vista del prossimo appuntamento elettorale. Tra i presenti Titti di Salvo, responsabile Dipartimento ‘Mamme’ Pd; Renata Polverini, dirigente nazionale del Dipartimento del Lavoro di Forza Italia; Tiziana Ciprini, portavoce del Movimento 5 Stelle; Filomena Gallo, esponente del movimento +Europa e Giovanna Petrenga candidata per Fratelli d’Italia.

"Un'inversione di rotta è ormai doverosa e questo lo dicono le statistiche che descrivono un inesorabile trend demografico: culle che rimangono vuote, popolazione che invecchia, domanda di assistenza che cresce", dichiara Renzo Gardella, presidente Assindatcolf. "Nell’ultimo decennio, infatti, il numero delle badanti -prosegue- è complessivamente aumentato del 160%. Una percentuale che arriva al 540% se si guarda a come in 10 anni è cresciuto l’impegno delle italiane nella settore dell’assistenza alla persona".

"Le risposte che, trasversalmente, sono arrivate oggi dalla politica -conclude Gardella- sono però incoraggianti: c’è una diffusa consapevolezza della necessità di riformare il welfare coinvolgendo la società civile tutta, al fine di valorizzare il settore domestico, non solo come volano per l’economia e come bacino di nuovi posti di lavoro ma, soprattutto, come strumento privilegiato per aiutare le donne a realizzarsi nella vita e nel lavoro”.

Entrando nel dettaglio delle proposte delle singole associazioni, Assindatcolf chiede, da un lato, di introdurre nel sistema fiscale italiano la totale deduzione del costo del lavoro domestico (contributi e stipendi) e, dall’altro, l’applicazione di misure che incentivino l’occupazione nel comparto, come già avviene per altri settori (sgravi per assunzione giovani, donne e disoccupati). Con l’aiuto del Censis, che ha realizzato il rapporto ‘Sostenere il welfare familiare’, Assindatcolf ha calcolato che l’introduzione della totale deduzione del costo del lavoro domestico potrebbe generare un circuito virtuoso in termini economici (risparmi per le famiglie tra i 2 e i 5 mila euro di minori tasse e quindi nuovi consumi), occupazionali (100 mila nuovi posti di lavoro nel comparto e 80 mila indiretti) e di emersione del lavoro nero (350 mila lavoratori su quasi 1 milione di irregolari). Quanto alle coperture economiche, secondo le stime del Censis, al netto di effetti diretti e indiretti, la deduzione avrebbe un costo complessivo a carico dello Stato pari a circa 72 milioni di euro.

Il Forum nazionale delle associazioni familiari, invece, chiede alle istituzioni un 'Patto per la natalità': serie e strutturali politiche economiche e fiscali a favore delle famiglie per invertire le tendenze demografiche (calo delle nascite, aumento della popolazione anziana), ma anche per consentire una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, in particolare delle donne. Oltre a condividere l’esigenza di introdurre delle agevolazioni fiscali per le famiglie che assumono personale domestico, il Forum propone un particolare strumento chiamato ‘Fattore Famiglia’: si tratta di un meccanismo fiscale che si ispira al quoziente familiare francese secondo il quale sono i carichi familiari (non solo figli ma anche eventuale non autosufficienza, monogenitorialità, vedovanza, etc.) a determinare gli scaglioni di reddito sui quali pagare le tasse.

L’Associazione Carer, poi, chiede ai partiti che si candidano a guidare il paese la rapida approvazione di una legge che definisca i criteri di assegnazione delle risorse che la legge di bilancio 2018 ha stanziato in favore dei caregiver, riconoscendo per la prima volta in Italia il loro ruolo. Insieme a questo, Carer ritiene fondamentale che nella legge, in sussidiarietà con le Regioni, vengano definiti dei servizi legati al ruolo del caregiver, così come già indicato in uno dei disegni di legge depositati in Parlamento sul tema, quello a firma Angioni al Senato.

Nel testo si parla, tra le altre cose, di diritto all’informazione, alla formazione, al supporto psicologico e a quello al ‘sollievo’ programmato e di emergenza, prevedendo al contempo delle misure di defiscalizzazione per le spese assistenziali connesse al ruolo del caregiver, come per esempio la spesa della badante/assistente familiare che lo aiuta o lo sostituisce nei momenti di riposo (per un massimo di 12 mila euro l’anno). Quanto alle risorse, la legge di bilancio ha predisposto un finanziamento di 60 milioni di euro in 3 anni (2018-2020), ovvero 20 milioni di euro per ciascuna annualità. L’auspicio di Carer è che questo fondo possa essere implementato dal prossimo governo.

Anche Ebincolf (Ente bilaterale nazionale del comparto di datori di lavoro e dei collaboratori familiari) avanza le sue proposte, forte dei propri numeri: circa 1.500 domestici formati gratuitamente in 3 anni, con un investimento complessivo che a fine 2018 ammonterà a 4 milioni di euro. Grazie a un finanziamento che arriva direttamente dalle famiglie e dai lavoratori tramite versamento contributivo, infatti, ha potuto avviare un percorso professionalizzazione di colf, badanti in tutta Italia. Ebincolf, che ha come mission quella di promuovere la formazione, sta contestualmente portando avanti anche un percorso di certificazione professionale che abbia il riconoscimento istituzionale, al fine di mettere a punto dei requisiti formativi vincolanti (un esame dopo un percorso di almeno 64 ore di formazione su specifiche materie). Per questo motivo, Ebincolf chiede alla politica di riconoscere, nell’ambito di una legge quadro, gli enti bilaterali che svolgono una funzione sociale sulla sanità integrativa e sulla formazione, garantendo politiche e risorse per la qualificazione di questo importante settore.

Infine, Fish parla di Piano strategico sul Fondo nazionale per la non autosufficienza in 100 giorni. Il 12 dicembre 2017, ricorda, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il II Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l'integrazione delle persone con disabilità, con cui l’Italia si impegna nell’attuazione di linee di intervento specifiche su ambiti che impattano direttamente sulla vita di milioni di persone con disabilità: dalla scuola al lavoro, dalla mobilità alla salute, dal riconoscimento della disabilità, alla vita indipendente e alle pari opportunità.

Fish si attende, quindi, l’applicazione delle 46 azioni previste e delle 194 azioni specifiche. Nei primi 100 giorni di governo, la Fish attende l’approvazione di un piano strategico per la non autosufficienza per supportare individui e famiglie. Tra le altre istanze immediate: aumento dell’importo della pensione di invalidità (oggi pari a 282 euro al mese); rapida approvazione di una norma che valorizzi non solo il ruolo dei caregiver familiari ma che attribuisca loro anche tutele previdenziali, di malattia, di infortunio, oltre a rafforzare strumenti di flessibilità lavorativa. In questo quadro certamente Fish auspica l’estensione delle deduzioni delle spese di assistenza domestica o personale e altre forme per la compensazione di tali oneri che finiscono per incidere sul rischio di impoverimento di tanti nuclei familiari.

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