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Ispettori a Milano e Lucca dopo morte donna incinta e asportazione rene sano

30 aprile 2016 | 13.01
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Claudia Bordoni
Claudia Bordoni

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha deciso di inviare i suoi ispettori a Milano e Lucca per far luce sugli ultimi 2 casi protagonisti delle cronache sanitarie.

"Gli ispettori della task force istituita per verificare eventuali errori nelle procedure eseguite nei casi di presunta malasanità - informa il dicastero - si recheranno a Milano, dove Claudia Bordoni di 36 anni, incinta di 2 gemelli, è deceduta il 28 aprile " presso la clinica Mangiagalli della Fondazione Policlinico (si era sottoposta a fecondazione assistita al San Raffaele ed era stata visitata anche all'ospedale di Busto Arsizio nel Varesino), "e presso l'ospedale San Luca di Lucca, dove il 14 aprile a un uomo di 56 anni, secondo notizie stampa, sarebbe stato asportato per errore un rene sano ".

"La task force composta da ispettori del ministero, professionisti nominati da Agenas, carabinieri del Nas e dal rappresentante delle Regioni - si legge nella nota - dovrà accertare se a determinare il decesso di Claudia Bordoni abbiano contribuito difetti organizzativi della struttura sanitaria e se siano state rispettate tutte le procedure previste a garanzia della qualità e sicurezza delle cure. Analoga verifica di procedure a Lucca, dove dovrà accertare le cause che hanno provocato l'errore nel caso dell'asportazione dell'organo sano al paziente. I risultati delle ispezioni verranno resi noti nei prossimi giorni".

Intanto anche la Regione Lombardia "ha subito attivato la propria task force, diretta da Rinaldo Zanini, che effettuerà un audit su quanto avvenuto, mettendo in atto la stessa prassi già seguita per altri eventi analoghi accaduti negli ultimi mesi". Lo riferisce la stessa Regione, specificando che dalle prime verifiche non sembrano emergere negligenze. I contatti con la Mangiagalli "sono già stati avviati e secondo quanto risulta dalle prime informazioni raccolte - informano da Palazzo Lombardia - non sembra evidenziarsi alcun elemento collegabile a negligenze da parte della struttura nella gestione del caso trattato, nonostante l'esito infausto. Va ricordato che la clinica Mangiagalli di Milano è il più importante e qualificato punto nascita regionale".

Da San Raffaele fanno sapere che la donna incinta, morta il 28 aprile alla clinica Mangiagalli della Fondazione Policlinico di Milano, era stata dimessa dal San Raffaele dopo che gli accertamenti condotti avevano permesso di escludere la presenza di malattie. Lo precisa l'Irccs di via Olgettina, dove la mamma si era sottoposta a fecondazione assistita. In Istituto era stata inoltre ricoverata dal 13 al 21 aprile per una minaccia di aborto, e vi era tornata il giorno 25. "L'ospedale San Raffaele - si legge nella nota - esprime il proprio cordoglio per la tragica vicenda che ha colpito la famiglia della signora Claudia Bordoni. Il giorno 25 aprile, la dimissione della signora dall'ospedale San Raffaele è avvenuta dopo aver accertato l'assenza di patologie generali e di natura ostetrica materno fetale. Si precisa inoltre che il giorno successivo, 26 aprile, la signora si è recata alla clinica ostetrica Mangiagalli in base a una scelta autonoma e non attraverso un percorso di trasferimento concordato dall'ospedale San Raffaele".

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