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Ambiente: siti contaminati, oltre 8mila ettari 'restituiti'

22 gennaio 2016 | 15.03
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(Fotogramma)
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Oltre 100mila ettari inquinati in 40 siti di interesse nazionale in attesa di bonifica. Da Taranto a Crotone, da Gela e Priolo a Marghera: in Italia le superfici individuate dal 1998 ad oggi come siti contaminati sono davvero estese. Negli anni, il Programma nazionale di bonifica era arrivato a comprendere 57 siti, scesi a 39 nel 2013 con la derubricazione di 18 siti da nazionali a regionali. Successivamente, con la bocciatura del Tar del 'declassamento' della Valle del Sacco, l’area laziale è rientrata nella lista dei sin portando l’elenco a 40 località.

Ma a che punto è l'iter delle bonifiche? Il ministero dell’Ambiente rileva negli ultimi due anni (15 gennaio 2014-31 dicembre 2015) "una forte accelerazione dei procedimenti amministrativi" che ha permesso di portare "le aree liberate e restituite agli usi legittimi" dai "1.482 ettari del 2013 a 8.102 ettari". Si tratta cioè di aree ormai fruibili in termini di assenza di rischi sanitari e ambientali.

I dati aggiornati a fine 2015, che il ministero ha fornito all’Adnkronos e che faranno da base per i nuovi documenti sullo stato di avanzamento delle bonifiche, sono stati elaborati dalla Divisione Bonifiche e Risanamento del dicastero. In termini di ‘provvedimenti adottati’ si calcola che "sono stati perfezionati, nel periodo di riferimento, 120 decreti", tra quelli di approvazione di progetti di bonifica, di autorizzazione di avvio dei lavori, di approvazione di progetti di dragaggio, ecc.... Oltre il "quadruplo" rispetto "all'intero 2013, in cui i decreti erano stati 26". Quanto all’attività istruttoria, "sono state indette 183 Conferenze dei Servizi nel corso delle quali sono stati esaminati progetti di interventi di bonifica per circa 2.673 ettari".

In termini di restituzione di aree, "l’attività svolta ha consentito di completare le caratterizzazioni in alcuni sin, di incrementare del 65% rispetto al 2013 le percentuali delle aree a terra per le quali sono stati approvati progetti di bonifica; invece, le aree liberate e restituite agli usi legittimi passano da 1.482 ettari del 2013 a 8.102 ettari".

Nel dettaglio, si legge nella relazione, "l’88% delle aree della Val Basento; il 19% di Milazzo; il 18% di Manfredonia; l’11% di Crotone; il 10% di Fidenza; il 7% di Priolo e Trieste, l'8% di Taranto; il 20% di Sesto San Giovanni; il 9% di Venezia-Porto Marghera; il 4% di Piombino e il 5% di Porto Torres; il 3% di Laghi di Mantova e di Laguna di Grado e Marano".

Complessivamente, sono stati approvati "i progetti di bonifica per la totalità delle aree di Cengio-Saliceto e Pieve Vergonte; per il 70% di Broni; per il 91% di Fidenza; per il 75% di Bari Fibronit; per il 63% di Venezia-Porto Marghera; per il 100% di Sesto San Giovanni; per il 46% di Trento Nord; per il 39% di Emarese; per il 37% di Pioltello-Rodano; per il 26% di Crotone; per il 94% di Napoli Bagnoli-Coroglio; per il 22% di Massa e Carrara e Cogoleto; per il 16% di Napoli Orientale; per il 97% di Laguna di Grado e Marano e il 15% di Trieste; per il 18% di Priolo e, infine, per l’8% di Brescia Caffaro".

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