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20enne con cranio trafitto da spada, 'cold case' del Medioevo nel Varesotto

09 dicembre 2022 | 10.32
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I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica internazionale "Journal of Archaeological Science: Reports"

(Crediti: (Università di Siena)
(Crediti: (Università di Siena)

Un giovane individuo, intorno ai 20 anni, sepolto negli strati di epoca medievale nel cimitero di San Biagio in Cittiglio, in provincia di Varese, fu ucciso con una spada che gli trafisse il cranio. Uno sconosciuto 'cold case' del Medioevo è stato analizzato grazie a una ricerca universitaria i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica internazionale "Journal of Archaeological Science: Reports".

Allo studio ha preso parte il team di antropologi del Dipartimento di Scienze Fisiche della Terra e dell'Ambiente dell'Università di Siena ed è stato coordinato dal Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell'Università degli Studi dell'Insubria.

L'individuo oggetto dello studio, un 20enne, era sepolto nella tomba numero 13 nell'atrio funerario interno alla chiesa, in un'area sepolcrale un tempo localizzata di fronte all'antica facciata romanica dell'edificio e successivamente inglobata nelle successive fasi di estensione e modificazione architettonica.

All'interno di un più ampio progetto di valorizzazione del sito, le antropologhe Chiara Tesi e Marta Licata hanno portato a termine l'analisi antropologica degli inumati di Cittiglio e, tra questi, anche quella dell'individuo della tomba 13, che ha comportato una particolare attenzione e l'applicazione di metodologie scientifiche all’avanguardia.

Lo scheletro del soggetto ha rivelato la presenza di quattro lesioni al cranio, compatibili con delle ferite inferte intenzionalmente e con particolare violenza. Il cranio del soggetto è stato quindi studiato con le più moderne tecnologie, in uso nelle indagini medico-legali.

L'Unità di ricerca di Preistoria e Antropologia del Dipartimento dell'Ateneo senese ha dato un decisivo contributo nel determinare la sequenza omicidiaria, applicando tecniche d'indagine impiegate su reperti preistorici utilizzando microscopio digitale tridimensionale in dotazione all'Unità di ricerca e ricostruendo il volto dell'individuo con le tecniche in uso in ambito forense e archeologico per determinare i danni fisici a carico del 'ragazzo medievale', che ne hanno determinato la morte. Le analisi svolte con questo strumento hanno permesso di indagare approfonditamente le lesioni scheletriche e, grazie a una serie di esami microscopici di tipo qualitativo e quantitativo, di ricostruire la loro natura, la loro origine e l'intera dinamica dell'evento violento. Dallo studio è emerso che il soggetto era stato ripetutamente colpito al cranio con un'affilata arma da taglio, compatibile nella forma con una spada lunga dell'epoca.

"La ricostruzione fisiognomica del soggetto, realizzata da Stefano Ricci dell'Università di Siena e primo co-autore dell'articolo, - si legge nella nota a cura del team di ricerca - ci permette oggi di guardare direttamente negli occhi questo giovane, di riconoscerlo come un volto perfettamente attuale, e di stabilire con lui una relazione più profonda, al di là dell'episodio di violenza che ne ha provocato la morte e di cui oggi, grazie ai moderni approcci scientifici, siamo a conoscenza".

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