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Coronavirus, Vaia: "Ora contagi in famiglia e comunità straniere"

22 settembre 2020 | 09.37
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Il direttore sanitario dello Spallanzani: "Covid impietoso con anziani, crescono terapie intensive"

Francesco Vaia (Fotogramma)
Francesco Vaia (Fotogramma)

"I report di questi giorni ci dicono che siamo nella coda del fenomeno di ritorno dalle vacanze e i contagi avvengono attraverso contatti intra familiari o per cluster riconducibili a comunità di stranieri residenti soprattutto per motivi di lavoro". Lo afferma all'Adnkronos Salute Francesco Vaia, direttore sanitario dell'Inmi Spallanzani di Roma.

"Questo - sottolinea Vaia - sarebbe un tema da esplorare, perché se non si interviene chirurgicamente isolando e ponendo sotto osservazione attiva solo la coorte più prossima, la piccola economia, soprattutto riferibile al commercio, alla distribuzione (penso ai mercati rionali), alla ristorazione, si rischia di avere un effetto collasso ancora più importante di quello ricevuto dal lockdown. Oppure, per paradosso, rischiamo di avere fette di popolazione che sfugge al controllo". Un'altra causa di cluster "purtroppo è determinata da errori o irresponsabilità individuali. Ricordiamo che chi ha sintomi deve stare a casa ed astenersi da qualsiasi attività comunitaria o di frequenza di altre persone di quando non è certo della sua non positività al virus".

C'è "la chiara evidenza che l'Italia è circondata da Paesi nei quali il virus è in fase di grande crescita - ribadisce Vaia -. E quindi bisogna intervenire a livello europeo per attività di testing negli aeroporti, porti e stazioni ed evitare che si imbarchino persone positive al coronavirus".

"Il virus non ha pietà con i più fragili - sottolinea Vaia -, soprattutto con gli anziani. Osserviamo un aumento delle terapie intensive dovuto essenzialmente all'aumento dell'età media dei pazienti e delle patologie concomitanti, soprattutto nei soggetti anziani. Dunque proprio gli anziani sono un tema cruciale, che ci siamo posti da tempo".

"Ora bisogna intervenire rapidamente sia nel territorio, potenziando le cure domiciliari, sia nelle città, immaginando spazi di socialità che impreziosiscano ed evidenzino le enormi potenzialità degli anziani, i quali in uno scambio generazionale possano dare grande slancio alla nostra società", dice ancora Vaia. "Penso ad un grande co-housing, ad esempio a Roma, che metta insieme giovani ed anziani in un interscambio di ruoli e funzioni di cui possiamo solo giovare. Bene dunque il ministro della Salute, e bene la Regione Lazio che in tal senso sta operando da tempo. Vediamo adesso di fare presto. Non possiamo attendere", conclude Vaia.

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