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Corte Conti su gruppi Regione: 150 mila euro di spese irregolari

09 maggio 2014 | 20.37
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Corte Conti su gruppi Regione: 150 mila euro di spese irregolari

Spese "irregolari" per quasi 150 mila euro, effettuate complessivamente nel 2013, seppure con importi molto diversi, da tutti i gruppi consiliari che siedono nell'assemblea legilslativa della Regione Emilia Romagna. E' quanto contesta la sezione regionale della Corte dei conti che ha completato i controlli sui rendiconti dello scorso anno dei gruppi di Viale Aldo Moro, inviando la deliberazione definitiva nella quale sono contenuti rilievi di spesa per ciascun gruppo e la richiesta di restituzione delle cifre. La delibera è pubblicata on line sul sito stesso dell'Assemblea legislativa, nella sezione 'Amministrazione trasparente'.

Scorrendo i numeri redatti dalla magistratura contabile, è il Pd che deve restituire la cifra più alta: 84.924 euro di spese considerate irregolari, di cui oltre 44 mila euro utilizzati per attività di rappresentanza, convegni e aggiornamento, più oltre 22 mila euro di spese per pubblicazioni e comunicazione e altri 8.400 euro incarichi e consulenze. Segue il Movimento 5 Stelle con 21.980 euro spesi per lo più per pubblicazioni, studi, incarichi e consulenze.

Al Pdl sono contestati invece 20.705 euro di cui 5 mila euro per spese di personale (incarichi e consulenze) e 15 mila euro di altre spese non specificate. Importo a due cifre anche per l'Idv: poco più di 10 mila euro. L'elenco prosegue con l'Fds che dovrebbe restituire 5.891 euro e il gruppo Misto cui sono contestati 4.114 euro, soprattutto per spese di missione, trasferte, cancelleria, rappresentanza e aggiornamento. Altri 1.573 euro sono le spese irregolari della Lega Nord. Chiudono l'elenco l'Udc con 967 euro e il gruppo Sel-Verdi con soli 645 euro.

Un conto al quale i presidenti dei gruppi hanno reagito riaffermando, in una nota, la propria "convinzione di aver rispettato tutte le regole vigenti" sottolineando come sia "evidente che le contestazioni siano relative a spese tutte finalizzate ad attività politico-istituzionali". Inoltre, proseguono i capigruppo, "la gran parte delle contestazioni sono relative a spese annotate nei rendiconti 2013, ma relative a debiti già assunti da ogni singolo Gruppo nel 2012 e, appunto, solo liquidate nel 2013".

"Tali spese riguardano una annualità non assoggettabile alla attuale procedura di controllo prevista dal Decreto legge 174/2012" si legge ancora nella nota diffusa dell'assemblea che ricorda, inoltre, come "le regole di spesa 2012 erano diverse, ma altrettanto regolari, da quelle poi subentrate per i rendiconti 2013, e quindi non assoggettabili al controllo sanzionatorio della Corte dei Conti".

Insomma, per i capigruppo si tratta di "voci di spesa giustificate, perfettamente regolari e funzionali alla nostra attività". "Avvieremo quindi immediatamente gli approfondimenti del caso - concludono - per far valere tutte le nostre ragioni".

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