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Covid, Brusaferro: "Non credo al dolo su dati regioni"

08 novembre 2020 | 07.58
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Foto Fotogramma
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"Le valutazioni del rischio regionale non sono pagelle, ma strumenti tecnici. Nella nostra cabina di regia non si fa politica". Ad affermarlo è il presidente dell'Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, in un'intervista a 'La Repubblica'.

Brusaferro si dice fiducioso in merito al contenimento dei contagi con le misure adottate: "Già dalla prossima settimana speriamo di vedere miglioramenti negli indicatori dell'epidemia. Se rispettiamo i divieti, potremo ridurre la diffusione del virus e riaprire le attività commerciali". Ieri però in Italia sono stati registrati 39.811 nuovi casi e 425 morti e i governatori stanno polemizzando sui colori assegnati alle proprie regioni: "È bene allora spiegare la filosofia che vi sta dietro. La gestione di un'epidemia ha una prima linea, importantissima: individuare precocemente i positivi e i loro contatti stretti, per poi sottoporli alla quarantena. Quando però la curva del contagio scappa via verso l'alto, il tracciamento diventa più difficile se non impossibile. Dal 'contenimento' si passa alla 'mitigazione'".

Per Brusaferro è necessario riportare "la cifra dei nuovi casi a un livello che ci consenta di fare sistematicamente tracciamento, isolamento e quarantena". Quando capiremo se le misure stanno funzionando? "In genere a partire dalla terza settimana si apprezzano gli effetti. Calcolando che il primo Dpcm è stato emesso nella seconda metà di ottobre, questa settimana ne valuteremo l'efficacia".

"Non esistono scorciatoie -dice Brusaferro in un altro passaggio dell'intervista-, non azzereremo l'epidemia finché non avremo il vaccino, ma possiamo arrivare a una nuova normalità di convivenza col Covid. Se ci atteniamo alle prescrizioni, avremo un Natale diverso dall'anno scorso, ma sereno".

Il presidente dell'Iss si dice convinto che non vi sia stato dolo da parte delle Regioni nel comunicare i dati: "Sì. Ci sono state fasi in cui la raccolta e la trasmissione sono state più difficoltose da parte dei territori più sottoposti alla pressione dell'epidemia, e questo ha determinato stime più approssimative. Ma è fisiologico, non ci vedo volontarietà. Dopodiché, se ci saranno elementi concreti, valuteremo".

Non crede che i numeri possano essere strumentalizzati per evitare il lockdown? "Non ho motivo di dubitare della veridicità di quanto ci è arrivato", risponde. Eppure diversi governatori si lamentano: "Le valutazioni del rischio a livello regionale non sono pagelle -precisa Brusaferro-, ma strumenti che ci aiutano a navigare. Non sono valutazioni né positive, né negative. Nella cabina di regia non si fa politica: siamo un organo tecnico che si occupa di sanità pubblica".

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