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Ricerca: dimmi come guarda il bebè e ti dirò se avrà disturbi

25 giugno 2015 | 17.27
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(Foto Infophoto) - INFOPHOTO
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Uno studio internazionale, condotto da ricercatori dell’Università di Padova, della Birkbeck University of London e della London Metropolitan University ha scoperto la correlazione tra lo sviluppo attentivo nei primi giorni di vita e i possibili disordini dell’attenzione in età successiva. La ricerca è stata pubblica sulla rivista 'Scientific Reports', gli scienziati ha dimostrato come il comportamento visivo nei primissimi giorni di vita è stato correlato alla comparsa successiva di problemi comportamentali.

I ricercatori hanno scoperto un’associazione tra le differenze individuali nell’attenzione visiva che i neonati nei primi giorni dopo la nascita rivolgevano a diverse immagini e problemi comportamentali comparsi nel successivo sviluppo, tra cui iperattività e difficoltà nei rapporti con i coetanei. "Abbiamo studiato l’attenzione visiva su un campione di 180 neonati - spiega Teresa Farroni, docente del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della socializzazione dell’Università di Padova – nati tra il 2004 e 2012 in un reparto di maternità di un ospedale di Monfalcone (Gorizia)".

"Per la prima volta - prosegue Farroni - abbiamo dimostrato che c’è un legame significativo tra le modalità in cui i neonati guardano le immagini e il temperamento che si manifesta nel loro comportamento in età successive. Guardare le immagini per tempi più lunghi alla nascita sembra essere associato a una minore presenza di comportamenti impulsivi e iperattivi nello sviluppo del bambino".

I ricercatori hanno esaminato tre aspetti principali del temperamento e del comportamento: la capacità di regolare le emozioni (uno scarso controllo è stato collegato a una maggiore impulsività e iperattività); un tratto caratteriale che descrive una tendenza verso livelli elevati di estroversione e impulsività e che è stato collegato con l’aggressività e problemi comportamentali nell’infanzia; la presenza di difficoltà comportamentali.

"Lo studio dell’attenzione visiva dei neonati costituisce una finestra sui meccanismi di sviluppo che contribuiscono alla variazione di attenzione e del comportamento per tutta la durata della vita – conclude Farroni - I risultati delle nostre ricerche suggeriscono che una parte di ciò che influenza il comportamento più tardo è già presente alla nascita. Questi risultati potrebbero in futuro aiutare a identificare i bambini che sono a più alto rischio di difficoltà di attenzione e potrebbe favorire lo sviluppo di primi interventi con lo scopo di contribuire a migliorare precocemente le capacità attentive".

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