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Salute: 'drogati' di social e bullismo, da Napoli la 'ricetta' per contrastarli

04 febbraio 2015 | 16.27
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In un incontro promosso dalla Clinica Mediterranea il 10 febbraio

(Infophoto) - INFOPHOTO
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Ausilio di psicologi, medici specializzati, professionisti e molta prevenzione: questa la 'ricetta' per affrontare e risolvere i problemi derivanti dal rapporto di dipendenza dei giovani dai nuovi media, che sarà presentata il 10 febbraio, in occasione del Safer Internet Day (Sid), la Giornata internazionale per l’utilizzo sicuro dei nuovi media, durante l'incontro promosso dalla Clinica Mediterranea di Napoli. L'appuntamento è alle ore 17 nella Sala Convegni G. Zannini e si inserisce nell'iniziativa Mondo Donna, promossa e dedicata ai grandi temi dell’universo femminile.

"Il diffondersi di iPad, telefoni cellulari e tablet consente di essere sempre connessi alla rete, favorendo la nascita di nuovi fenomeni di violenza tra i più giovani. Il cyberbullismo ne è un esempio e, se non affrontato, sottopone specialmente gli adolescenti a una forte pressione psicologica che spesso rischia di trasformarsi in tragedia", dichiara Celeste Condorelli, amministratore delegato della Clinica Mediterranea Spa. "Ecco il perché di questo incontro: abbiamo voluto dare un segnale concreto e offrire soluzioni reali per risolvere un problema 'nuovo' ma pericolosamente dilagante di cui si sa ancora troppo poco".

Durante l’incontro 'Social e bullismo: generazioni connesse', infatti, Roberta de Sio Cesari, psicologa e psicoterapeuta, referente settore Scuola Telefono Azzurro, Rosanna Genni, dirigente scolastica dell'I.S. "Europa" - Pomigliano d'Arco (Na); Fabiola Silvestri, vicequestore aggiunto Polizia Postale Napoli, e Riccardo Croce, commissario capo Polizia Postale Napoli, faranno il punto su come risolvere i problemi derivanti dal rapporto di tecnodipendenza dei giovani di oggi con i nuovi media, adolescenti 2.0 vittime della moderna comunicazione di massa.

A differenza di quanto accadeva nel tradizionale bullismo in cui le vittime, rientrate a casa, trovavano, quasi sempre, un rifugio sicuro, un luogo che le proteggeva dall’ostilità e dalle angherie dei compagni di scuola, nel cyberbullismo le persecuzioni possono non terminare mai.

Offese, minacce o addirittura ricatti a opera di un singolo o di un branco viaggiano nella rete a scapito di giovani vittime sottoposte a una forte pressione psicologica che spesso rischia di trasformarsi in tragedia. I cyberbulli, sfruttando la tecnologia, possono infiltrarsi nelle case delle vittime, perseguitandole 24 ore su 24 con messaggi, immagini, video offensivi, i cui effetti risultano amplificati rispetto alle tradizionali prepotenze.

"Il rapporto 'patologico' degli adolescenti con le nuove tecnologie può andare dalla dipendenza psicologica, come l'Internet Addiction Disorder, fino all'utilizzo non sicuro della rete che può esporre l'adolescente a diversi rischi, quali il cyberbullismo, l'adescamento online e il sexting", spiega de Sio Cesari.

"Nel primo caso è ovviamente necessario l'ausilio di un esperto psicologo, neuropsichiatra infantile, pediatra o comunque di un professionista specializzato. Nel secondo, la migliore strategia è senz'altro la prevenzione: aiutare i ragazzi a diventare consapevoli dei propri gesti online, sviluppare senso critico e conoscere strategie per navigare in sicurezza, è fondamentale. Ecco perché la collaborazione tra famiglie, scuole, Istituzioni, aziende e no profit, come l'incontro del 10 febbraio, sono misure essenziali per arginare e fronteggiare il fenomeno".

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