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Migranti, pescatore Lampedusa: "Stremati e affamati, così li ho salvati"

Insieme al figlio, Giuseppe Del Volgo ha soccorso 2 naufraghi. "Non sono un eroe, ogni marinaio sa che in mare non si lascia nessuno"

Giuseppe Del Volgo con uno dei naufraghi salvati
Giuseppe Del Volgo con uno dei naufraghi salvati
21 novembre 2023 | 16.05
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"Ogni pescatore sa che in mare non si lascia nessuno". E così Giuseppe Del Volgo ieri non ci ha pensato su due volte. Insieme al figlio Salvatore ha preso a bordo due giovanissimi migranti, rintracciati nel tardo pomeriggio sugli scogli di Muro Vecchio a Lampedusa. Due dei superstiti del naufragio costato la vita a una bimba di 2 anni, mentre ancora si cercano otto dispersi. "Recuperarli è stato difficoltoso, c'era vento e mare mosso, ma non potevo lasciarli lì. A stento si muovevano, quasi non stavano in piedi. Non sarebbero sopravvissuti", racconta all'Adnkronos il marinaio che a essere chiamato 'eroe' non ci sta. "Sono solo un pescatore...", si schermisce. Ieri intorno alle 16.30, insieme al figlio Salvatore, era uscito in barca. "Arrivati a Capo Ponente, sulla scogliera, abbiamo visto una ventina di persone che ci facevano dei segni - ricorda -. Non c'era nessuna barca. Ho chiamato il 112 e i carabinieri ci hanno detto che sarebbero arrivate le motovedette". Impossibile per la sua piccola barca avvicinarsi agli scogli senza rischiare di colare a picco.

Così rassicurato sull'invio dei soccorsi Giuseppe ha proseguito verso Nord. "Sulla scogliera di Muro Vecchio ho visto questi due ragazzi e non ci ho pensato su due volte". Non poteva lasciarli lì. "Stava arrivando il buio, chissà da quanto erano su quegli scogli - dice -. Mio figlio mi ha detto: 'Papà, sei sicuro? Rischiamo guai', ma io gli ho risposto: 'Il comandante sono io e quei ragazzi li prendo a bordo. Non lascio nessuno in mare. Poi vedremo cosa accadrà'". Le fasi successive sono state concitate. "Si sono buttati in acqua e subito li abbiamo recuperati. Il secondo aveva una camera d'aria a mo' di salvagente, credo non sapesse nuotare". Una volta a bordo Giuseppe e Salvatore li hanno avvolti con delle coperte. "Tremavano, erano tutti bagnati, abbiamo cercato di riscaldarli con tutto quello che avevamo". I due migranti, giovanissimi, "forse due fratelli" ipotizza Giuseppe, erano stremati. "Avevano una caramella in tasca tutta bagnata e se la dividevano. Ho preso un pezzo di pane e dell'acqua per rifocillarli". Poche parole. "Non avevano neppure la forza di parlare, continuavano a ripetere 'barchino', 'barchino'. Ma non so cosa sia accaduto. Li abbiamo portati a Cala Pisana e affidati ai sanitari".

Salvatore ha 54 anni, la quasi totalità dei quali vissuti in mare. "Mio padre mi ha portato in barca quando avevo appena cinque anni". Mai, però, in tutti questi anni gli era capitato di salvare dei migranti. "Non sono un eroe, sono solo un pescatore che esce in mare per portare a casa il pane - dice -. Al Governo chiediamo di risolvere il problema, di porre fine a queste continue tragedie. Sentire di una bimba di due anni morta è insopportabile, da padre e da nonno è un colpo al cuore. E lo è pensando anche alle tante vittime senza nome in fondo al mare. Chissà quanti sono, chissà quanti altri bimbi...". (di Rossana Lo Castro)

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