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Pena di morte, Noury (Amnesty): "Ancora dati allarmanti, ma spiragli per Hakamada"

19 maggio 2023 | 13.34
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"Condannato a morte nel 1968, finalmente il giapponese avrà un nuovo processo"

Pena di morte, Noury (Amnesty):

“I numeri del rapporto di Amnesty International sulla pena di morte nel mondo, che per il 2022 denuncia 883 esecuzioni (senza tener conto del dato, ignoto perché segreto di stato, della Cina), sono allarmanti. Tuttavia, non è aumentato il numero degli stati che hanno eseguito condanne a morte, che rimane stabile intorno alla ventina, né quello delle nuove condanne a morte". E' quanto dichiara all'Adnkronos Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

“A far aumentare del 53 per cento le esecuzioni rispetto al 2021 sono stati i tragici record di Iran e Arabia Saudita: rispettivamente 576 e 196 impiccagioni - ha spiegato Noury - Nel regno saudita, dove non si registrava un dato così alto da 30 anni, sono state addirittura eseguite 81 condanne in un solo giorno. Il 2022 è stato un anno nero anche per Singapore (11 esecuzioni, tutte per reati di droga, in sei mesi), per gli Usa (18 esecuzioni) e per l'Egitto (34). Lo scorso anno è salito di sei il numero degli stati che non ricorrono più alla pena di morte: tra chi l'ha abolita del tutto, chi in parte e chi non la usa da almeno 10 anni, il totale è di 144 stati. Tra grazie, commutazioni, annullamenti, svuotamenti dei bracci della morte, è certo che nel 2022 le persone salvate dalla pena di morte siano state di più di quelle uccise. Come nel caso del giapponese Hakamada Iwao, condannato a morte nel 1968 e che finalmente avrà un nuovo processo, dopo decenni di azioni legali dei suoi avvocati e di appelli di Amnesty International".

Il nuovo processo ad Hakamada Iwao "è un lieto fine" che è frutto anche dell’impegno incessante di Amnesty International contro la pena di morte e altre violazioni dei diritti umani. “Per molti anni, attraverso il 5x1000 in favore di Amnesty International Italia, abbiamo finanziato iniziative, mobilitazioni, appelli ed eventi in favore di Hakamada Iwao - ha sottolineato Noury - Anche grazie alle tante persone che hanno deciso di sostenerci in questo modo, finalmente ce l'abbiamo fatta”.

Per difendere i diritti umani in tutto il mondo, dal 1961 Amnesty International dà voce a migliaia di persone che vedono minacciate o violate la propria dignità e libertà. Un impegno costante che ha consentito all’organizzazione, in 62 anni, di salvare oltre 50.000 persone. Con la campagna #Amnestyseitu, l’organizzazione chiede di sostenere il suo impegno quotidiano contro la pena di morte e contro tutte le altre forme di violazione dei Diritti Umani. Si può sostenere la Campagna 5x1000 di Amnesty International attraverso un gesto semplice e gratuito, come apporre una firma sulla propria dichiarazione dei redditi, inserendo il codice fiscale 03 03 11 10 582. Maggiori informazioni e approfondimenti nell’apposita sezione del sito https://www.amnesty.it/sostienici/5x1000/

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