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Processo 'Breakfast', Scajola condannato a 2 anni

24 gennaio 2020 | 18.56
LETTURA: 3 minuti

L'ex ministro ritenuto implicato nella latitanza di Matacena: "Inchiesta sgonfiata, certo di una soluzione in appello"

Claudio Scajola (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Claudio Scajola (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

L’ex ministro Claudio Scajola è stato condannato a 2 anni per procurata inosservanza della pena in favore dell'ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena, latitante a Dubai dopo la condanna definitiva a tre anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Si è concluso così, davanti al Tribunale di Reggio Calabria presieduto da Natina Pratticò, il primo grado del processo “Breakfast” contro l’attuale sindaco di Imperia. Il pm aveva chiesto una condanna a 4 anni e mezzo.

Scajola si è sempre dichiarato innocente, affermando di "essersi solo informato" della possibilità di una richiesta di asilo politico per Matacena, e di averlo fatto attraverso canali ufficiali, ma senza successo. "Scajola è un reo confesso rispetto al fatto contestato", aveva affermato in mattinata il pm Lombardo nella sua replica, e i suoi difensori, ha aggiunto, "avevano depositato una richiesta di patteggiamento da parte di Scajola per evitare il clamore mediatico". Nel novembre scorso lo stesso pm aveva chiesto l'esclusione dell'aggravante mafiosa per l’ex ministro.

"Leggeremo le motivazioni e ricorreremo in appello. Speravo che già in primo grado fosse riconosciuto il comportamento corretto che ho sempre avuto. Mi auguro e anzi sono certo che il residuo che rimane nei miei confronti possa essere cancellato in appello". Così commenta all'Adnkronos l'ex ministro ed attuale sindaco di Imperia. "Non sono certamente contento - aggiunge - è vero che è stata più che dimezzata la richiesta che il pm aveva fatto, è altresì vero che, da come questa inchiesta era partita con grande risalto e come inchiesta più significativa contro la 'ndrangheta così impostata dalla procura di Reggio Calabria, mi pare che la sentenza di oggi smonti tutto il castello accusatorio".

Pronta alla nuova battaglia legale l'avvocata dell'ex ministro, Elisabetta Busuito: "Spazzata via l'aggravante relativa alla fantascientifica ma infamante accusa portata avanti con pervicacia dalla procura di Reggio Calabria di aver in qualche modo agevolato la 'ndrangheta e pena più che dimezzata. Si riparte da qui'', commenta. ''Rispetto alle richieste del pubblico ministero - prosegue l'avvocato Busuito - ci troviamo con una pena più che dimezzata. Eravamo certi che la richiesta del pm sarebbe stata rigettata. Siamo convinti della bontà delle nostre tesi e quindi di vedere riconosciuta l'assoluzione dell'onorevole Scajola in secondo grado". "Già oggi, questo verdetto dimostra come la tesi accusatoria del pm Lombardo, quella che ha giustificato mesi di indagini gravose, l'arresto preventivo dell'onorevole Scajola cinque anni e mezzo fa e tante paginate di giornali, sia stata letta in modo profondamente diverso dai giudici, cui spetta la verifica di prove e circostanze'', conclude.

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