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Ragusa, somiglia a omonimo latitante: notte in caserma per albanese incensurato

28 febbraio 2014 | 21.00
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Ragusa, somiglia a omonimo latitante: notte in caserma per albanese incensurato

Notte da incubo con 'lieto fine' per un albanese incensurato di 32 anni a Ragusa. Come nel noto film 'Fracchia la belva umana' con Paolo Villaggio, l'uomo, omonimo di un pericoloso latitante connazionale ricercato dall'Interpol, e' stato controllato dai carabinieri e rilasciato dopo un'intera notte in caserma. La verità e' emersa, infatti, dopo un confronto dei suoi dati con quelli della banca dati di Schengen e della foto del ricercato e dei suoi dati antropometrici avuti attraverso il Servizio di cooperazione internazionale di Roma.

Lo sfortunato albanese, dopo essere stato fermato intorno all'una di notte dai carabinieri per un controllo, mentre era su un'auto con il fratello di 30 anni, era stato portato in caserma. Ad insospettire i militari, il fatto che il fratello non aveva documenti e che il sospettato era in possesso di due passaporti, a lui intestati ed autentici, che riportavano una data di nascita di due giorni successiva a quella del ricercato e di una patente di guida sulla quale, per un errore, la data di nascita risultava la stessa di quella del latitante.

I carabinieri hanno accertato che l'uomo aveva perso il passaporto, sporto denuncia e richiesto un duplicato, e che poi aveva ritrovato il documento, omettendo però di denunciare l'accaduto. Al termine della nottata trascorsa in caserma l'albanese ha confidato ai militari che già aveva vissuto una esperienza analoga in occasione di un suo viaggio nel suo Paese.

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