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Regeni, i genitori: "Dopi i selfie parlano di collaborazione, poi tornano a casa a mani vuote"

03 febbraio 2023 | 15.18
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"Sarebbe più dignitoso tacere. A furia di stringere le mani (e vendere armi) ai dittatori si rischia di trovarsi insanguinate anche le proprie"

Fotogramma
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“Sette anni. Chissà cos’hanno tutti da nascondere per ostacolare la verità con tanta oltraggiosa determinazione. Abbiamo i nomi, abbiamo i volti di quattro tra i molti artifici di ‘tutto il male del mondo’. Ci manca la loro elezione di domicilio per celebrare finalmente un processo in Italia. Chi, ad ogni gita al Cairo, dopo i selfie e i salamelecchi di rito, si riempie la bocca di ‘collaborazione’ dovrebbe spiegare agli italiani perché tornano a casa sempre a mani vuote, incapaci di farsi dare anche solo 4 indirizzi”. Così i genitori di Giulio Regeni, Paola Deffendi e Claudio Regeni insieme all’avvocato Alessandra Ballerini in un post su Facebook.

“Sarebbe più dignitoso tacere. A furia di stringere le mani (e vendere armi) ai dittatori si rischia di trovarsi insanguinate anche le proprie. E di offendere la nostra dignità”, sottolineano l’avvocato e i genitori del ricercatore italiano sequestrato, torturato e ucciso in Egitto. Il corpo di Giulio Regeni venne ritrovato il 3 febbraio 2016.

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