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Vaccino covid quarta dose: cosa dicono Pregliasco, Gismondo, Bassetti e Viola

30 marzo 2022 | 13.27
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Ieri il via libera negli Usa. Speranza: "Agenzie europee a confronto in queste ore"

(Foto Afp)
(Foto Afp)

Quarta dose, ieri è arrivato il via negli Usa per gli over 50. "Le nostre agenzie europee si stanno confrontando in queste ore, anche con i dati che hanno portato le agenzie americane a fare questa scelta", ha fatto sapere il ministro della Salute, Roberto Speranza. Ma cosa ne pensano gli esperti?

"Non c'è nessuna base solida, né scientifica né epidemiologica nel contesto che stiamo vivendo, che possa giustificare in questo momento una quarta dose di vaccino" anti-Covid estesa a categorie diverse da quelle per cui è già prevista e per le quali - tecnicamente - non è da considerarsi un secondo booster, ma un richiamo dopo un ciclo primario di vaccinazione composto per gli immunodepressi da 3 dosi, dice con forza all'Adnkronos Salute Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano. "Sono assolutamente d'accordo - incalza l'esperta - con chi dice che una quarta dose oggi sia positiva esclusivamente per le aziende farmaceutiche che producono i vaccini". Secondo Gismondo, "una nuova dose sarebbe ottimale con un vaccino aggiornato, sicuramente all'appropinquarsi dell'autunno, ma non prima".

"Sicuramente" sul tema quarta dose di vaccino anti-Covid "è necessario qualcosa di unitario a livello europeo, per evitare il caos che abbiamo vissuto per esempio con le indicazioni sul vaccino di AstraZeneca e con altre questioni" relative alla gestione della pandemia. Il virologo Fabrizio Pregliasco, docente all'università Statale di Milano, concorda con la richiesta avanzata in sede Ue dal ministro della Salute Roberto Speranza, che, partecipando ieri a Bruxelles al Consiglio Salute, ha annunciato "l'impegno" dell'Unione, "nel giro di una settimana, di fare una proposta" in direzione di una linea comune sui tempi del secondo booster e sulle fasce generazionali alle quali somministrarlo.

Poiché si tratterebbe comunque di un'indicazione non vincolante, "c'è il rischio che gli Stati membri si muovano ugualmente in ordine sparso - ammette l'esperto sentito dall'Adnkronos Salute - Anche per la vaccinazione anti-influenza, del resto, ci sono piccole differenze", ricorda. "L'augurio" del direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano, tuttavia, "è che si arrivi a una giusta omologazione. Cioè che ci sia un'indicazione Ue e che i Paesi la recepiscano allineati".

"Per il momento non penso sia il caso di utilizzare il secondo richiamo" vaccinale anti-Covid "su tutti gli over 50, mentre ritengo che andrebbe valutata la possibilità di vaccinare gli anziani (over 70 in Germania, over 80 in Francia), soprattutto se residenti nelle Rsa". Questa la linea di Antonella Viola, immunologa dell'università di Padova, sulla quarta dose autorizzata ieri dall'americana Fda per gli ultra 50enni - oltre che per gli immunodepressi - con i vaccini Pfizer e Moderna.

"E' giusto" comunque, precisa l'esperta su Facebook, "prepararsi" a una nuova dose di vaccino contro Sars-CoV-2 "nel caso dovesse essere necessario, e probabilmente lo sarà in autunno".

"La quarta dose di vaccino oggi, io che ho 50 anni, coi dati che abbiamo non me la farei", taglia corto Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, ospite di 'Un Giorno da Pecora' su Rai Radio1.

"Non credo che una quarta dose generalizzata agli over 50 sia una scelta risolutiva in questo momento. Per il futuro è un altro paio di maniche: se ne potrebbe riparlare in autunno, rispetto al quadro epidemiologico e con qualche dato in più. Oggi sarei più mirato, puntando sulla verifica della risposta immunitaria individuale, anche perché il vaccino è sempre lo stesso e ha i suoi limiti di funzionalità", afferma dal cato suo Massimo Galli.

E riconferma la sua posizione su una scelta mirata di un secondo booster anche per i fragili. "Penso che sia più corretto - continua - investire per verificare come sono messi, dal punto di vista immunitario, anche quelli che hanno una situazione più critica, andrebbe fatta una verifica della risposta immunitaria pre e post", conclude.

"Ho sempre detto, e lo continuo a dire, che una quarta dose" anti-Covid "fatta ora con lo stesso vaccino, vecchio e di almeno 2 anni e mirato contro un ceppo virale ormai non più presente nel mondo, è un assurdo proprio dal punto di vista teorico". Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), in un'intervista all'Adnkronos Salute si dice "francamente stupito dalla Fda" americana che ieri ha dato il via libera a un secondo booster dei vaccini a mRna di Pfizer e Moderna per gli over 50, oltre che per gli immunodepressi. Ma l'esperto esprime "sorpresa" e si fa delle domande anche su Big Pharma: "Preferisce forse esaurire le scorte di prodotti vecchi, prima di proporne di nuovi? A voler pensar male, ma non voglio farlo - precisa - verrebbe quasi da chiederselo".

"Con questi vaccini - ricorda Caruso, ordinario di microbiologia e microbiologia clinica all'università di Brescia e direttore del Laboratorio di microbiologia dell'Asst Spedali Civili - noi abbiamo la possibilità di aggiornare velocemente la formulazione alle nuove varianti virali circolanti. E' quello che del resto", con vaccini diversi e anche meno flessibili per tecnologia utilizzata, "facciamo ogni anno contro l'influenza. Invece ancora non siamo riusciti a farlo per Covid-19 e allora mi chiedo se dobbiamo attribuirlo a un momento di difficoltà dell'industria farmaceutica oppure, in maniera più cattiva, se dobbiamo immaginare che ci siano depositi da svuotare".

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