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Arte Fiera: Spadoni, sarà un'edizione superlativa e di svolta economica

22 gennaio 2015 | 16.46
LETTURA: 4 minuti

Con crisi cresciuta attenzione per arte, di nuovo mito grazie a comunicazione. (VIDEO)

Claudio Spadoni, curatore della sezione arte moderna do Arte Fiera
Claudio Spadoni, curatore della sezione arte moderna do Arte Fiera

La 39esima edizione di Arte Fiera a Bologna, in programma dal 23 al 26 gennaio (vernissage il 22 gennaio), "sarà un'edizione superlativa e io credo anche di svolta economica". Non nasconde l'ottimismo Claudio Spadoni, curatore della sezione arte moderna della kermesse bolognese, accanto a Giorgio Verzotti che si occupa, invece, della sezione dedicata al contemporaneo. 

"Durante i lunghi e difficili anni della crisi economica - spiega Spadoni all'Adnkronos - non solo l'attenzione verso l'arte non è diminuita, anzi è cresciuta". Le ragioni sono da ricondurre, sia "al fatto che l'arte viene percepita come un bene comune diffuso", sia al fatto che "in questi anni l'arte ha saputo ri-mitizzare se stessa, attraverso la comunicazione che ne ha ravvivato il fascino ed il potere di seduzione".

Non a caso, in termini di numero di compravendite andate a buon fine, lo scorso anno Arte Fiera ha chiuso l'edizione 2014 "con risultati che sono andati - sottolinea Spadoni - molto oltre le migliori aspettative". Quanto ai generi, anche Spadoni, come Verzotti, è certo che questo sarà l'anno dell'astratto. "Ce ne sarà in mostra certamente più del figurativo" sottolinea in proposito, rimarcando che le gallerie che presenteranno opere astratte saranno una quarantina.

Ma Arte Fiera celebrerà anche i gradi maestri, a cominciare da Alberto Burri, del quale nel 2015 ricorrono i 100 anni dalla nascita. "Grazie alla collaborazione con la fondazione Burri di Città di Castello - rimarca Spadoni - ad Arte Fiera sarà esposta un'opera gigantesca di Burri: un celloflex del 1981 alto circa 2,5 metri e lungo circa 6 metri, ed è la prima volta che quest'opera viene trasportata". 

Una scelta precisa, rimarca il curatore di Arte Fiera, quella di non organizzare una mostra sul maestro "perchè - precisa - sarebbe comunque stata restrittiva rispetto ad un'antologica che ci sarà, nella sua completezza, alle celebrazioni di Burri a New York". Ad accompagnare l'evento, è in programma in fiera una conversazione con gli esperti d'arte, interamente dedicata a Burri, in agenda sabato 24 gennaio alle 12.30.  Quanto alla critica dell'opera, Spadoni osserva che questo enorme celloflex è il perfetto esempio di "un paradosso che spesso si realizza nelle opere dei maestri più grandi: il massimo dell'astrazione che viene a combaciare con il massimo del realismo".

Cosa che accade anche in altre opere di Burri in cui l'immagine astratta sembra rarefarsi e ricomporsi fino a portare lo spettatore a leggervi "un orizzonte notturno, un paesaggio lunare o un deserto, un'opera astratta ma anche una rappresentazione mimetica, involontaria - rimarca Spadoni - di certi brani della realtà".

Quanto all'orientamento dei collezioni, restano le grandi diversità di fascia, tra il livello degli "altissimi investimenti da parte di grandi società, banche e i cosiddetti 'ultraricchi', che fanno aquisti plurimilionari, soprattutto alle aste", poi spiega Spadoni "c'è il collezionista più attento alla contemporaneità, alimentata dalle aste che hanno lanciato fenomeni, anche mediatici o commerciali, come ad esempio Hirst, Koons o Cattelan". 

"In questa stessa seconda fascia di collezionisti, su livelli quindi di disponibilità che è ancora molta alta - prosegue Spadoni - rientrano anche coloro che acquisiscono gli artisti già storicizzati come De Chirico, Morandi, Fontana, Sironi, Castellani, Boetti, fino all'Arte Povera e alla Transavanguardia". Scendendo, c'è la "dimensione intermedia dei collezionisti che va da alcune migliaia di euro fino a spese di 100-200 mila euro" afferma Spadoni, ricordando che "questa è la fascia più ampia e la stessa che fino a ieri ha risentito di più della crisi". Infine di minore rilievo l'investimento "sui giovani che comunque suscitano interesse e passione".

Ad influenzare fortemente gli affari in galleria, restano comunque le grandi aste di Londra, che rimarca Spadoni, la scorsa stagione "hanno rilanciato in modo molto netto gli artisti italiani degli anni Sessanta e Settanta, proprio quelli che scegliemmo come protagonisti di Arte Fiera due anni fa e che all'epoca erano quotati un sesto di quanto sono quotati oggi". "Allora - conclude Spadoni - per questa scelta 'Made in Italy' qualche spirito bello ci tacciò di provincialismo, ma io credo che l'internazionalismo a tutti i costi sia la forma peggiore e più patetica di provincialismo".

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