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L'ipotesi

Ettore Majorana, l'omosessualità dietro la scomparsa del fisico

07 marzo 2016 | 11.25
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Ettore Maiorana (Wikimedia Commons)
Ettore Maiorana (Wikimedia Commons)

"Se accertata, la sofferta e tiepida omosessualità di Ettore Majorana - perché non è stato mai uno travolto dalle passioni, amorose o sessuali - sicuramente sarebbe di grande aiuto alla causa omosessuale e soprattutto servirebbe a chiarire le dinamiche che hanno operato intorno alla sua scomparsa". Lo afferma Stefano Roncoroni, imparentato con il fisico scomparso nel 1938, nel saggio "Il mistero irrisolto della scomparsa di Ettore Majorana", pubblicato sul nuovo fascicolo del bimestrale "Nuova Storia Contemporanea", diretto da Francesco Perfetti e pubblicato da Le Lettere.

Roncoroni, che rilegge in un'ottica nuova molti documenti già noti della polizia fascista, scarta la fuga all'estero legata a una scoperta scientifica clamorosa e ipotizza che dietro il suo allontanamento volontario ci siano i litigi e i dissapori con la famiglia legati all'omosessualità di Majorana. "Credo fermamente che l'omosessualità di Ettore Majorana sia intervenuta accidentalmente nella sua fine: muore da omosessuale ma non a causa della sua omosessualità - scrive Roncoroni - Conoscere meglio tutto quello che riguarda questo aspetto della sua vita relazionale sarebbe di grande aiuto per la sua biografia umana, poco o niente e finora del tutto fuorviante per la biografia scientifica, perché aveva ragione la madre nel considerarlo una 'vittima della scienza'".

Sulla base di testimonianze raccolte tra familiari e parenti, Roncoroni scrive: "Io so che Ettore Majorana ha ricercato e avuto incontri omosessuali nel periodo che va dal 1932 fino al concorso alla cattedra di Palermo, nel settembre del 1937".

Voci di famiglia collocavano, racconta Roncoroni, nel periodo "degli anni bui o misteriosi" – così gli storici e i biografi chiamano gli anni finali della sua vita, quelli che vanno dal 1933 al 1937 e di cui si conosce molto poco – dei dissidi e dei contrasti molto forti nella famiglia di Ettore Majorana, "per cui le conseguenze di uno di questi incontri è ben candidabile a essere la causa di uno di quei contrasti che si riverbera almeno sino a quando Ettore non si decide a partecipare al concorso, che lo 'costringerà' ad abbandonare la casa paterna".

"Ma, per questo caso in particolare, non immagino scene tragiche in famiglia ma piuttosto che i risultati e le conseguenze di questi incontri, avvenuti all'esterno delle mura familiari, siano stati affrontati, curati e coperti in casa con tutti gli inevitabili pesantissimi strascichi tra Ettore, la madre, i due fratelli Salvatore e Luciano e la sorella Maria creando di fatto i presupposti per la fine della pacifica convivenza", scrive Roncoroni, per il quale interessanti risultati potrebbero venire dall'indagare sulle "destinazioni leggermente incerte" del fisico e su quelle accertate di Bolzano, Vipiteno, Merano, Catania e Firenze.

Commenta Stefano Roncoroni nel lungo saggio: "Domina su tutto la certezza che nessuna donna fu mai collegata in alcun modo a Ettore Majorana, tanto da far avanzare autonomamente l'ipotesi di una sua omosessualità. Tutti preferiscono, quindi, evitare di prendere in considerazione quello che potrebbe rivelarsi, e per me lo è, un problema centrale nella vita di Ettore Majorana".

"Nulla, dunque, nel segno della nostra indagine ci proviene da Ettore stesso; nessun suo atteggiamento o modo di fare è stato commentato, rilevato e tramandato dai suoi contemporanei con i connotati dell'omosessualità - scrive Roncoroni - Ma è mia convinzione che i racconti e le descrizioni pervenuteci della sua ben nota diversità comportamentale siano stati epurati e/o non qualificati da epiteti o riferimenti che potessero suonare equivoci o allusivi in tal senso per via delle buone costumanze dei tempi andati. Oggi, alla distanza di così tanti anni con il più disinvolto utilizzo del linguaggio e la centralità della problematica omosessuale, sarebbe stato tutto diverso".

"Nulla è rimasto dell'evidente lavoro di ricerca dello scomparso e dei contatti-contrasti con la famiglia di Ettore Majorana, mai documentati ma ipotizzabili e ineludibili anche se finora così non è stato nei termini e nei modi", argomenta Roncoroni. La polizia, invece, come si evince dalle carte dell'epoca, "sta ricercando un malato di mente e, stante gli indizi su cui fonda le sue ricerche, un omosessuale, ma senza dichiararlo tale per ovvi motivi, nei posti più disperati della moderna società; gli ospedali e i luoghi del malaffare".

"Personalmente ritengo che si potrebbe risolvere il caso Majorana conoscendo le ragioni per cui gli inquirenti di fatto restrinsero le ricerche di Ettore nell'ambiente dell'omosessualità come importante, se non unica, pista da seguire - argomenta Roncoroni - Intanto, un Ettore Majorana dichiarato apertamente omosessuale, avrebbe potuto annullare tutte le strategie di comunicazione messe in atto dalla famiglia che, se ancora reggono, lo devono solo alla mancata conoscenza degli avvisi del Bollettino delle Ricerche e alla loro mancata elaborazione storico-critica. E' davvero un altro scenario quello che si apre riflettendo che la strategia di ricerca della polizia, e della famiglia al seguito, negli ultimi sei mesi delle sue ricerche è focalizzata sulle ferite presenti sul corpo del fisico e sulla loro provenienza e su una presunta infermità mentale di Ettore Majorana".

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