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Siena: Fai apre Torre e Casa Campatelli a San Gimignano

15 aprile 2016 | 14.40
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Camera dell'Alcova, Torre e Casa Campatelli  di San Gimignano (Foto di Duccio   Nacci) - FOTO DUCCIO NACCI , COPY FAI
Camera dell'Alcova, Torre e Casa Campatelli di San Gimignano (Foto di Duccio Nacci) - FOTO DUCCIO NACCI , COPY FAI

Il Fai - Fondo Ambiente Italiano apre al pubblico, da sabato 16 aprile, un proprio bene a San Gimignano (Siena), città inserita nella lista Unesco tra i patrimoni mondiali dell'umanità: si tratta di Torre e Casa Campatelli, un palazzo settecentesco che ingloba una delle torri medievali famose in tutto il mondo, lasciato in eredità allo stesso Fai da Lydia Campatelli nel 2005. Questo di San Gimignano, è il 31esimo bene del Fai che viene aperto ai visitatori. Divenuta libero comune nel 1199, in concomitanza con una fase di grande espansione economica, nel corso del XIII secolo San Gimignano divenne sede di una ricca aristocrazia urbana, che espresse la propria affermazione politica e sociale attraverso la costruzione di quelle che diventeranno il simbolo della città: le torri. Ben settantadue esempi di tali elevate costruzioni coronavano infatti il borgo nel Trecento, mentre ai giorni nostri ne sono sopravvissuti solo quattordici e tra questi emerge la torre donata al Fai, l'unica il cui spazio interno è rimasto completamento vuoto e che stupisce quindi per la sua altezza.

Il Fai si è detto "grato alla donatrice, che già alla fine degli anni Ottanta, quando la Fondazione non era ancora così conosciuta, ha avuto la lungimiranza di riconoscergli quel valore aggiunto che significa non solo conservare e rendere pubblico un bene, ma anche valorizzarlo e metterlo al centro di un 'racconto'". Lydia Campatelli aveva due sogni: fare innamorare i turisti di questo borgo medievale, facendo conoscere più profondamente la sua storia millenaria, i suoi capolavori, il suo paesaggio, e tramandare ai posteri la storia della sua famiglia. Il Fai li ha realizzati entrambi, affidando a Casa Campatelli, che diventa così l’unica casa privata di San Gimignano regolarmente aperta al pubblico, il ruolo di un vero e proprio narratore, che offre al visitatore una conoscenza approfondita del borgo e invita alla scoperta di una tipica dimora borghese otto-novecentesca sangimignanese, al cui interno è conservato un patrimonio di arredo domestico, di costumi familiari, di collezionismo d’arte.

Il Fai per il restauro, la valorizzazione e l’apertura al pubblico di Torre e Casa Campatelli ha raccolto e investito 2.000.000 di euro. Il restauro è stato preceduto e affiancato da un progetto di valorizzazione che ha ispirato gran parte degli allestimenti interni e la proposta di visita. Casa Campatelli è stata per la Fondazione anche l’occasione per concentrarsi su un altro genere di valorizzazione: quella del visitatore, considerato non più solo come semplice turista, bensì come protagonista di una nuova esperienza. Per questo la visita proposta dal Fai prevede due fasi distinte: nella prima, il pubblico viene guidato in un percorso multimediale che offre gli strumenti per conoscere e apprezzare San Gimignano e la sua storia, le sue campagne, i suoi personaggi e le vicende del palazzo e della famiglia Campatelli.

Nella seconda parte invece il visitatore è libero di muoversi al piano nobile e di entrare nell’intimità di una famiglia, sfogliare album fotografici e lettere, soffermarsi su arredi e pitture senza barriere tra sé e gli oggetti, libero di dedicare il tempo che vuole, di fermarsi a leggere o di dare solo un’occhiata, di scegliere cosa vedere, mentre ripercorre la storia di una famiglia tra le più importanti di San Gimignano, ricca di contatti con il mondo dell’arte, del lavoro, della poesia. L'effetto sorpresa che scaturisce non appena si entra nella casa-torre è proprio quello di percepire la continuità della vita, di tante vite che nel tempo hanno adeguato la loro visione domestica alla dominante antica della città. Una delle poche occasioni, al di là delle straordinarie facciate, di visitare interni che dialogano con il mondo esterno, con il contesto paesistico che si ammira dalla finestre verso la valle, che testimoniano l’intenso rapporto fra interno ed esterno, aspetto determinante per la comprensione della storia raccontata, considerate le relazioni della famiglia con l’imprenditoria rurale e, in senso più ampio, l’adesione sentimentale al paesaggio.

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