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Il Premio Campiello festeggia 60 anni, ecco la Cinquina dei finalisti

27 maggio 2022 | 14.12
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In gara Pascale, Bacà, Ranieri, Zannoni e Stancanelli. Il 3 settembre il vincitore

 - (Ufficio stampa Fondazione Il Campiello)
- (Ufficio stampa Fondazione Il Campiello)

Al via la 60esima edizione del Premio Campiello, con la Selezione della cinquina dei finalisti, avvenuta dopo una combattuta designazione da parte della Giuria dei Letterati presieduta da Walter Veltroni.

Al primo turno è passato con 7 voti Antonio Pascale con "La foglia di fico. Storie di alberi, donne, uomini" (Einaudi). Al terzo turno con 8 voti Fabio Bacà con "Nova" (Adelphi). Al quinto turno con 7 voti Daniela Ranieri con "Stradario aggiornato di tutti i miei baci" (Ponte alle Grazie). Al settimo turno con 7 voti Bernardo Zannoni con "I miei stupidi intenti" (Sellerio). Infine al ballottaggio con 7 voti Elena Stancanelli con "Il tuffatore" (La nave di Teseo).

La cerimonia di Selezione del Campiello, concorso di letteratura italiana contemporanea promosso dalla Fondazione Il Campiello ‐ Confindustria Veneto, si è tenuta questa mattina nell'Aula Magna 'Galileo Galilei' di Palazzo Bo, storica sede dell'Università che quest'anno festeggia gli 800 anni dalla fondazione. Sono stati oltre 350 libri i ammessi al concorso dal Comitato Tecnico, che poi si sono ristretti a 78: infine circa una trentina i libri presi dalla Giuria per emettere il verdetto finale.

Durante la selezione la Giuria ha inoltre annunciato il vincitore del Campiello Opera Prima, riconoscimento attribuito dal 2004 ad un autore al suo esordio letterario. Il premio è stato assegnato a Francesca Valente per "Altro nulla da segnalare" (Einaudi). Questa la motivazione letta dal presidente Veltroni: "Il romanzo di Francesca Valente reinventa letterariamente - a partire da un'esperienza reale degli anni Ottanta - il mondo dei pazienti psichiatrici portando nella vita quotidiana di un reparto ospedaliero uno sguardo straniante e sdoppiato: quello della voce narrante e quello dei rapporti stesi dagl'infermieri, presentati come veri referti documentari. Il risultato è un congegno dalla struttura e dal ritmo inusuali. Sono due punti d'osservazione dei quali l’autrice sa gestire in modo sapiente gli scarti, le convergenze, le perplessità e la dolente e paradossale normalità, aprendo interrogativi profondi sul confine tra salute e infermità, tra disagio e appagamento, tra vicinanza dei curanti e indifferenza del mondo".

Il vincitore della 60esima edizione del Premio Campiello sarà proclamato sabato 3 settembre al Teatro la Fenice di Venezia, selezionato dalla votazione della Giuria dei Trecento Lettori anonimi. I Giurati vengono selezionati su tutto il territorio nazionale in base alle categorie sociali e professionali, cambiano ogni anno e i loro nomi rimangono segreti fino alla serata finale.

La Giuria dei Letterati, presieduta da Walter Veltroni, è composta da autorevoli personalità del mondo letterario ed accademico quali: Pierluigi Battista, giornalista e scrittore; Federico Bertoni, docente di Critica letteraria e letterature comparate all'Università di Bologna; Daniela Brogi, docente di Letteratura italiana contemporanea all'Università per Stranieri di Siena; Silvia Calandrelli, direttore di Rai Cultura; Edoardo Camurri, scrittore, autore e conduttore televisivo e radiofonico; Chiara Fenoglio, docente di Letteratura italiana all'Università di Torino; Daria Galateria, scrittrice, accademica e traduttrice; Luigi Matt, docente di Storia della lingua italiana all'Università di Sassari; Lorenzo Tomasin, docente di Filologia Romanza all'Università di Losanna; Roberto Vecchioni, cantautore, scrittore, docente universitario; Emanuele Zinato, docente di Letteratura italiana contemporanea all'Università di Padova.

Durante la cerimonia Walter Veltroni si è detto "onorato di essere per il secondo consecutivo presidente della Giuria e sono felice di aver collaborato con questa Giuria: persone di grandissima capacità e simpatia umana che con grande responsabilità hanno lavorato al Premio. Stiamo attraversando un momento molto difficile, lo è per noi e per tutta la società. Prima la pandemia e poi la guerra ci hanno dato un senso di pesantezza, messo addosso un cappotto pesante. È proprio in questi momenti che la cultura assume un valore ancora più particolare: quello di restituire speranza, perché le parole sono uno strumento essenziale per dialogare e avere rispetto per gli altri. E così, il lavoro di un premio letterario come il Campiello acquisisce un valore aggiunto. Oggi abbiamo selezionato delle opere la cui qualità verrà ora sottoposta al giudizio dei lettori; è proprio il meccanismo della doppia giuria che garantisce ancora di più l'autonomia del Premio".

Enrico Carraro, presidente della Fondazione Il Campiello ‐ Confindustria Veneto, ha sottolineato: "In questo momento storico in cui sembrano prevalere divisioni, odio e paure, anche la cultura può essere uno strumento di dialogo, di contaminazione e di accrescimento dei popoli. La cultura è un ponte che ci unisce tutti, e dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per favorirla. Questo è ciò a cui mira il Campiello, grazie all’impegno degli industriali del Veneto, che da 60 anni sostengono il Premio con impegno ed entusiasmo. I miei più grandi complimenti ai cinque finalisti, che ora in saranno sottoposti al giudizio della Giuria popolare, che decreterà il vincitore".

Enrico Del Sole, vice presidente di Assindustria Venetocentro - imprenditori Padova Treviso, ha affermato: "In un periodo di incertezza e di difficoltà internazionali si apprezza particolarmente il valore della cultura, anche come veicolo di pace, e della cultura che nasce dall’impresa. Basti pensare che in Italia l’industria culturale ha rappresentato, nel 2020, 84.6 miliardi. I saperi e il 'saper fare', la diffusione della conoscenza, l’attitudine al dialogo, la responsabilità per lo sviluppo sostenibile sono valori forti, universali della cultura d’impresa. Che è creatività che si trasmette, è pensiero che arricchisce, bellezza che emoziona, è innovazione, etica, accoglienza che quest’anno celebriamo nel ricco programma di Padova Treviso Venezia Rovigo 'Capitale della Cultura d'Impresa'. Un capitale sociale che permette di resistere alle crisi, di rigenerarsi, di costruire la rinascita. Il 60esimo Campiello guarda al futuro. Investire nella cultura e nell’impresa è la chiave per il nostro futuro, carico di speranza, di democrazia, di crescita per le future generazioni".

(di Paolo Martini)

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