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Mostre: 'Tracce di contemporaneo' nelle ville della Brianza

Villa Tittoni di Desio
Villa Tittoni di Desio
07 luglio 2015 | 12.30
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Il percorso espositivo 'Tracce di contemporaneo. Collezioni di Arte italiana da Lucio Fontana alla contemporaneità nelle ville della Brianza', dall'11 luglio coinvolgerà, dopo aver toccato la splendida Villa Filippini di Besana in Brianza e il Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, altre tre straordinarie sedi storiche della Brianza: Villa Tittoni di Desio, Villa Brivio di Nova Milanese e Palazzo Arese Borromeo di Cesano Maderno.

Promosso dal Comune di Nova Milanese, il progetto è stato realizzato grazie al Bice Bugatti Club, in collaborazione con Heart Pulsazioni culturali, in occasione di 'Meet Brianza Expo -Fuori Expo in Brianza', iniziativa finanziata da Regione Lombardia e Camera di Commercio di Monza e Brianza, con il coordinamento della Provincia di Monza e della Brianza.

'Tracce di contemporaneo', a cura di Simona Bartolena, ha l'obiettivo di valorizzare ulteriormente il patrimonio artistico e culturale del territorio brianteo creando un armonioso dialogo tra opere contemporanee e ville storiche. Un tour all’insegna dell’arte, dal Novecento fino ai giorni nostri, che percorre le strade del collezionismo brianteo, insieme alla scoperta di bellezze architettoniche del territorio.

Le opere, capolavori selezionati dalle raccolte private della provincia di Monza e Brianza, vengono così esposte nelle varie sedi per nuclei omogenei, affiancando personalità forti e assai note e artisti da riscoprire, mettendo a confronto linguaggi, grammatiche e tendenze stilistiche.

Il percorso di 'Tracce di contemporaneo' parte simbolicamente da Fontana per arrivare fino alla generazione di artisti formatisi negli anni Ottanta. Da Manzoni a Dadamaino, da Bonalumi a Castellani, da Tancredi a Scanavino, da Uncini a Crippa, da Colombo a Grazia Varisco: un vero e proprio viaggio nella storia dell’arte italiana dagli anni Sessanta agli anni Novanta, alla scoperta dei gioielli nascosti delle collezioni private.

Gli allestimenti possono essere visitati come mostra 'diffusa', fruibile come unico percorso, ma anche per singole sedi. Per tutta la durata delle esposizioni saranno organizzati una serie di eventi collaterali che valorizzeranno ulteriormente le sedi coinvolte come luoghi di incontri culturali. Un racconto corale, tra arte e società, culturale ma anche umanissimo, per scoprire una Brianza fuori dai luoghi comuni.

Dall'11 luglio al 4 ottobre, dunque Palazzo Arese Borromeo, a Cesano Maderno ospiterà un importante numero di opere, divise per linguaggi e affinità stilistiche. Le sezioni principali indagheranno alcune delle tendenze artistiche più apprezzate dai collezionisti del territorio. Saranno esposti importanti capolavori firmati dagli artisti del movimento spazialista e di quello nucleare: Fontana, Crippa, Dova, Joe Colombo e molti altri.

Si indagherà poi la pittura analitica degli anni Settanta con opere di artisti quali Griffa, Aricò e Pinelli e si renderà omaggio al gruppo del Cenobio molto attivo nella Milano degli anni Sessanta. Dialogheranno con le splendide sale affrescate della villa anche opere di altri artisti molto presenti nelle raccolte prese in esame: da Schifano a Gilardi.

Palazzo Arese Borromeo sorse per volontà di Bartolomeo III Arese (1610-1674), il quale proseguì, concretizzandolo, il progetto del padre Giulio I. Questi sentì l’esigenza di sancire l’importanza degli Arese con la costruzione di un edificio degno del potere e della ricchezza della famiglia e dal 1626 iniziarono i lavori.

La facciata del Palazzo Arese Borromeo è estremamente semplice e rigorosa, interamente intonacata di bianco. Gli elementi che la caratterizzano sono: il portale in bugnato sovrastato da un balcone in ferro battuto con ampio disegno tipicamente barocco, lo zoccolo in mattoni, nessuna cornice a contorno delle finestre rettangolari, il tetto con andamento articolato a più livelli.

Pur essendo di piena epoca barocca, lo straordinario rigore e semplicità dell’architettura esterna sono frutto di una scelta precisa e voluta. La Loggia, al primo piano del lato est del cortile, evidenzia la volontà di mantenere uno stretto legame con lo spazio circostante e la natura, trasmettendo un senso delle proporzioni e dei rapporti armonici che è più rinascimentale che barocco.

Nel 1987 divennero proprietà comunale sia l’edificio che il parco. Dagli anni ’90 è stato avviato un piano di recupero del complesso con l’obiettivo di riuso per finalità sociali e culturali.

Nella Villa Tittoni di Desio, dall'11 luglio al 30 agosto prossimi, intorno a un nucleo di opere di Agostino Bonalumi, in un vero e proprio omaggio all’artista recentemente scomparso, saranno esposte opere dei movimenti e dei linguaggi legati alla percezione e all’arte programmata: da Munari agli esponenti del gruppo T fino ad artisti che hanno costruito il proprio percorso sul concetto di processo creativo e sperimentazione percettiva, come Antonio Scaccabarozzi.

La villa presenta un impianto ad U, costituito dal corpo principale, a nord del quale si innestano le basse ali laterali ai lati del cortile d’onore. Due cortili minori sono nascosti dietro ognuna delle ali laterali, mentre il cortile maggiore è chiuso a nord da un’elaborata cancellata in ghisa tra colonne coronate da statue, oltre la quale si apre una piazza pubblica ad esedra.

I prospetti della villa sono articolati da un ordine gigante di lesene dai capitelli corinzi, le quali interessano i piani primo e secondo, mentre il piano terra funge da basamento e ospita arcate su pilastri, in gran parte cieche. Gli interni, tutti caratterizzati da splendidi pavimenti a mosaico, riflettono il gusto eclettico tipicamente ottocentesco, dal momento che agli ambienti dall’aspetto neoclassico, se ne affiancano uno neogotico, e uno neo-rococò. Nel 1977 la Villa è stata acquistata dal Comune di Desio.

Villa Brivio di Nova Milanese, dal 12 luglio al 30 agosto prossimi, spiterà una serie di capolavori di area informale, caratterizzati da artisti che usano segno, gesto, materia come loro alfabeto creativo: da Tancredi a Burri, fino a Chighine e Capogrossi.

Dalle più antiche tracce, i censimenti cinquecenteschi, la villa risulta di proprietà della nobile famiglia Brivio. Alla fine del Settecento iniziano i lavori di ampliamento che conferiscono alla villa un aspetto simile all’odierno: la pianta a U è infatti riconducibile alla tipologia classica delle ville nobiliari brianzole di quell’epoca.

All’inizio dell’Ottocento la villa passa alla nobile famiglia Vertua-Prinetti e attorno al 1820 l’edificio subisce un altro ampliamento che gli fa assumere definitivamente l’aspetto attuale. L’Amministrazione Comunale, ha acquistato la Villa Brivio negli anni ’90 per destinarla alle attività artistiche culturali.

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