cerca CERCA
Lunedì 29 Aprile 2024
Aggiornato: 15:37
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Una 'Calabria Felix' è possibile se il patrimonio culturale diventa vivo

16 ottobre 2014 | 19.03
LETTURA: 7 minuti

In una ricerca del Censis un focus sul capitale culturale della Regione che, come dice l'assessore Caligiuri, ha potenzialità inespresse. La cultura incide già sul Pil per il 15% ma si tratta di una percentuale che può crescere attraverso scelte che liberano i beni culturali dalla cristallizzazione

I Bronzi di Riace
I Bronzi di Riace

"Solo se il patrimonio culturale da giacente diventa vivente, allora si può avere una Calabria Felix", che non vuol dire una Calabria felice, ma una Calabria dove la cultura - fatta di patrimonio archeologico, museale, edilizio, paesaggistico - viene resa viva attraverso il rapporto con la gente, in sostanza viene realmente vissuta attraverso eventi, nuove idee, interazioni continue con la vita che scorre, con l'innovazione, con lo sviluppo. Così il direttore del Censis, Giuseppe Roma, ha sintetizzato il risultato della ricerca sulla rilevazione del capitale culturale dal titolo 'Big Data e Social Network per istruzione e cultura in Calabria', promossa dalla Regione Calabria, curata dal Censis e presentata oggi nel Palazzo dell'Informazione, in piazza Mastai a Roma.

Cosa consente, dunque, ad un patrimonio 'giacente' fatto di siti archeologici, castelli, chiese, musei archivi, collezioni, palazzi storici di diventare vivo e fertile per il presente e il futuro? "La valorizzazione dei tanti tesori e delle grandi potenzialità della Calabria, finora largamente inespresse", ha spiegato l'assessore alla Cultura della Regione Mario Caligiuri che oggi ha illustrato le attività svolte dal 2010 ad oggi per promuovere la cultura calabrese con "ricadute positive sulla Regione, messe nero su bianco dall'ultimo rapporto della Banca d'Italia sulla Calabria, nel quale si evidenzia come la cultura incida sul Pil della Regione per il 15%. Una percentuale destinata ad aumentare". E, infatti, a dirla tutta, "la Calabria non deve inventarsi nulla. E' ricca e deve solo promuovere e valorizzare quello che ha e ragionare in un'ottica unitaria in modo tale che quello che si realizza, per esempio, a Reggio abbia una ricaduta positiva su Cosenza".

I nodi da sciogliere, secondo quanto emerso dalla ricerca, sono in sostanza l'eccessiva dispersione del sistema insediativo; la diseguale diffusione di servizi e attrezzature culturali; i flussi di visita non paragonabili agli eccellenti beni della Regione. Un elemento, quest'ultimo, fortemente condizionato, però, dalla chiusura (dal 2010 al 2013 quando è stata riaperta al pubblico al nuova sala che ospita i due Bronzi di Riace) per lavori di ristrutturazione della sede del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria "principale attrattore regionale. Il raffronto con i dati del 2000, mostra infatti quanto tale chiusura abbia penalizzato i flussi degli ultimi anni: con oltre 150mila visitatori annui il Museo Nazionale valeva, in termini di presenze, quasi come tutto il resto del patrimonio della regione".

Ma il futuro sarà più roseo: "anche quasi solo con la sala dei Bronzi di Riace, nei primi 8 mesi dell'anno si sono avuti circa 155mila visitatori e, proiettando questo risultato sull’intero anno, si potrebbe arrivare a chiudere il 2014 raggiungendo le 240mila presenze". E "a museo integralmente riaperto - si legge nella ricerca - con la sua straordinaria collezione ed i nuovi spazi ed allestimenti nel 2015 si potrebbe arrivare a 400mila presenze, facendo risalire la Calabria nella classifica nazionale dei visitatori (superando Marche, Umbria e Sardegna ed attestandosi sui valori della Puglia)".

Dati incoraggianti che oggi lo scrittore ed ex Sovrintendente ai Beni Culturali del Comune di Roma, Umberto Broccoli, ha sintetizzato con una immagine: "Guardate questo foglio bianco, ora ci faccio un puntino nero. Ecco la Calabria è il foglio bianco, le cose da risolvere sono il puntino nero", ha detto mettendo in luce poi il valore della ricerca illustrata oggi dal Censis: "Partendo dalla differenza fra patrimonio giacente e patrimonio vivente, oggi finalmente è stato messo a fuoco un obiettivo: i beni culturali sono sistemi che vivono nel mondo e che, quindi, devono tornare al mondo. Non è possibile immaginare beni culturali cristallizzati, mummificati, ruderizzati in musei che sono noiosi. Insomma per Broccoli bisogna dire basta ai "parrucconi che fanno resistenza al cambiamento e, sempre ferma restando la tutela, resistenza all'uso dei beni culturali". E basta anche "burocrazia, primo male del paese".

Il tema è quindi sempre quello della valorizzazione, un'azione che non può prescindere dagli strumenti in campo. Ed infatti, non a caso, l'intervento del sottosegretario ai Beni culturali e al Turismo Francesca Barracciu ha toccato questo aspetto. "La realtà della Calabria è esemplificativa sulle potenzialità in parte ancora inespresse che la cultura offre al nostro Paese e in particolare al Mezzogiorno: un patrimonio storico artistico tra i più ricchi in Europa ancora troppo poco conosciuto e non in grado di attrarre i grandi flussi turistici internazionali che meriterebbe. E’ dovere delle istituzioni - ha detto - accompagnare questa innata vocazione alla cultura con politiche che sappiano valorizzare al meglio le risorse del territorio, in primo luogo per rafforzare l’identità sociale, il senso di appartenenza e la partecipazione attiva alla comunità, ma anche, ed è questo uno dei grandi tabù che, come ministero dei beni culturali, stiamo lentamente 'infrangendo', per generare ricchezza ed occupazione".

Per il sottosegretario Barracciu, in questo percorso, l’analisi presentata oggi dal Censis è "un utilissimo strumento che, se applicato anche a livello nazionale, permetterà alla Politica di orientare al meglio le strategie di un Paese, il nostro, che deve fare dell’istruzione e della cultura due pilastri per il suo sviluppo futuro". Istruzione e cultura, due temi ai quali si è molto dedicato l'assessore Caligiuri, con una passione particolare rivolta ai libri che lo hanno visto promuovere una iniziativa inedita "Un libro per ogni nato" in Calabria.

Regione che spicca al momento per la diffusione dei libri digitali: "E' la terza regione dopo Basilicata e Lazio", ha fatto sapere il direttore Giuseppe Roma, segnalando l'importanza della dimensione della rete come "veicolo di rottura dell'isolamento culturale e dell'immagine della Regione". Ma il dato non ha affatto attenuato la fiducia nel libro cartaceo dell'ex ministro dell'Istruzione e professore dell'Università La Sapienza di Roma, Tullio De Mauro, presente al convegno. "Non stanno affatto morendo i libri di carta - ha rimarcato - Certamente gli e-book e i supporti elettronici possono avere una funzione molto importante, soprattutto in aree disagiate dove non ci sono biblioteche ed invece, di contro, arriva Internet, ma sembra un fenomeno limitato e i libri di carta continuano ad essere necessari".

Che i libri siano di carta o digitali, il fil rouge della giornata di oggi è stato sempre lo stesso: far crescere la cultura per rafforzare l'identità sociale, per aumentare il senso di appartenenza alla comunità nella quale si vive e così averne cura e partecipare attivamente al suo sviluppo. Ecco perché secondo De Rita la scuola deve avere alla base "una cultura comunitaria. In questo modo sì - ha sottolineato - che la valorizzazione del bene culturale locale ha un senso". Un concetto che Broccoli ha espresso in un altro modo: "Vi ricordate la polemica sui Bronzi di Riace agghindati? Beh, le statute antiche si vestivano da Carnevale ed oggi invece si grida allo scandalo. Oggetti così, pur preziosi, non vanno santificati. Sono morti, se li leghiamo ai morti, sono vivi se li restituiamo al mondo".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza