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Alitalia-Etihad, scattano i tagli: dal 26 in mobilità 600 lavoratori

Si tratta di coloro, circa 500, che hanno accettato su base volontaria, a fronte di un'offerta aziendale di 10mila euro lordi, e di quanti andranno in pensione, circa un centinaio

(Infophoto)
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19 settembre 2014 | 16.41
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Scattano i tagli di personale in Alitalia in vista del matrimonio con Etihad. Sono circa 600 i lavoratori della compagnia che si apprestano a lasciare l'azienda già dalla prossima settimana. Tanti sono i dipendenti, naviganti e di terra, in esubero che riceveranno il 26 settembre prossimo la lettera con la comunicazione della messa in mobilità: si tratta di coloro, circa 500, che hanno accettato di andare in mobilità su base volontaria, a fronte di un'offerta aziendale di 10mila euro lordi, e di coloro che andranno in pensione, circa un centinaio, dal momento che maturano i requisiti nell'arco del periodo di mobilità.

Si chiude così la prima fase, quella più indolore, fissata da azienda e sindacati ad agosto, nell'ambito delle procedure di mobilità avviate da Alitalia il 31 luglio scorso per 2.171 lavoratori del gruppo, volta a individuare di quei lavoratori disposti a uscire dall'azienda su base volontaria.

Al via ora la seconda fase - Nel suo complesso, la procedura avviata in base alla legge 223, interessa 2.171 lavoratori, di cui 1.590 addetti di terra, 126 piloti e 420 assistenti di volo. A questi bisogna aggiungere i 35 dipendenti di terra di AirOne. Ad agosto, proprio mentre i vertici di Alitalia ed Etihad firmavano l'accordo, il Transaction Implementation Act, al ministero del Lavoro azienda e sindacati hanno sottoscritto due intese per rendere operativi gli interventi sugli organici, chiesti dalla compagnia emiratina. La prima, firmata anche da governo e Assaereo, è quella che consente di allungare di due anni il periodo di mobilità, rispetto a quanto prevede la legge 223, trasformando, attraverso l'emanazione di un decreto, il Fondo straordinario del trasporto aereo, finanziato da 3 euro a biglietto e da un contributo dello 0,50%, di cui 0,375% a carico del datore di lavoro e lo 0,125% a carico del lavoratore, in un fondo di solidarietà. Secondo i criteri fissati dalla legge in materia di licenziamenti collettivi, sono previsti 12 mesi di mobilità per i lavoratori fino a 40 anni, 24 mesi fino a 50 anni e 36 mesi oltre i 50 anni. I lavoratori riceveranno l'80% della retribuzione. Il secondo accordo firmato, in sede aziendale (cioè, nell'ambito del primo step previsto dalla legge 223) dalla compagnia e dai sindacati ha aperto la prima fase della mobilità in base a un principio di volontarietà. Si apre ora la seconda fase che, secondo gli accordi, dovrà portare all'uscita dei lavoratori in esubero entro il 31 dicembre prossimo. Intanto, azienda e sindacati, entro la fine di questo mese, effettueranno una verifica sui processi di ricollocazione dei lavorati, prevista dagli accordi, in altre aziende, a cominciare dalla stessa Etihad, Atitech, Poste e alte imprese fornitrici.

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