cerca CERCA
Sabato 27 Aprile 2024
Aggiornato: 10:26
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Banche, è flop per la tassa extraprofitti. Da Intesa Sp a Mps e Mcc, gli istituti scelgono l'accantonamento

08 novembre 2023 | 16.26
LETTURA: 4 minuti

Al momento nessuno ha annunciato che pagherà quanto previsto dalla norma, preferendo destinare le risorse a riserva. L'economista Lamberti: "Porta a un significativo incremento del patrimonio"

Banche, è flop per la tassa extraprofitti. Da Intesa Sp a Mps e Mcc, gli istituti scelgono l'accantonamento

Si è parlato di norma equa che avrebbe consentito di riprendere qualcosa che era stato tolto ai cittadini, così come di un provvedimento giusto, una tantum e sostenibile vista l'eccezionalità del momento. Ma anche di un prelievo sbagliato e illiberale, di una forzatura, di un danno economico. Pareri trasversali sia nella maggioranza che nell'opposizione a tal punto che la tassa sugli extraprofitti delle banche è stata rivista dal governo, dopo la sua prima stesura, per accontentare tutti. Ma a giudicare da quanto si sta vedendo in tempi di trimestrali, la scelta degli istituti sta andando in un'unica direzione. A oggi, infatti, non c'è alcuna banca che ha annunciato che verserà la tassa, esercitando l'opzione prevista dalla norma stessa che permette l'accantonamento a riserva di una quota pari a 2,5 volte quello che sarebbe andato allo Stato.

Certamente importanti sono le enormi cifre che metteranno da parte i due maggiori istituti di credito italiani, Intesa Sanpaolo e Unicredit. Per la prima sono 2,1 miliardi di euro, per la seconda 1,1 miliardi di euro. Oggi arriva la decisione di Monte dei Paschi di Siena, partecipata dal Mef, che proprio in occasione della trimestrale ha annunciato l'accantonamento di 312 milioni di euro. Così come Mediocredito Centrale, controllata da Invitalia che a sua volta è partecipata dal ministero dell'Economia, che ha annunciato che non verserà la tassa e metterà a riserva una quota da definire. A cascata, in questi giorni, sono arrivate le comunicazioni anche degli altri principali istituti di credito: Mediobanca, che metterà a riserva 226 milioni (210 più i 16 di Compass Banca). Poi Banco Bpm per una quota di circa 378 milioni, e Popolare di Sondrio per 107 milioni.

La previsione di Unimpresa - Come aveva predetto il Centro Studi di Unimpresa a ottobre, "la tassa sugli extraprofitti a carico delle banche, introdotta dal governo con un decreto legge dello scorso 7 agosto, si appresta a produrre 'gettito zero' per le casse dello Stato" complice la decisione di Unicredit, la prima annunciata, "di non voler pagare l’imposta, preferendo accantonare a riserve, spianando la strada a un comportamento che, salvo poche eccezioni, dovrebbe essere seguito dalla quasi totalità del settore bancario italiano".

Il commento dell'economista - "Il correttivo introdotto" sulla norma degli extraprofitti per le banche "ha consentito di sostituire la tassa con un significativo incremento del patrimonio. Ha un senso perché non sostituisce lo Stato alle imprese in modo dirigistico e successivo, ma persegue un obiettivo di sistema" che è "la ricapitalizzazione delle banche in modo indiretto", dice all'Adnkronos l'economista Lucio Lamberti, docente all'Università San Raffaele di Roma. Questo "consente anche una maggiore capacità delle banche ad erogare credito. Era normale che le banche tutte, compresa Mps, utilizzassero questa possibilità. Ora - prosegue - bisogna creare le condizioni per una migliore trasmissione del risparmio a famiglie e imprese, favorire la presenza territoriale, favorire la alfabetizzazione finanziaria, favorire gli impieghi produttivi. Insomma, una politica industriale e finanziaria e non semplice redistribuzione. E magari anche una politica per i giovani e le famiglie, con meno burocrazia", aggiunge.

Oltretutto, spiega ancora Lamberti, "in generale il concetto di extraprofitti è sempre complesso in una economia di mercato. Chi stabilisce cosa e quanto sia un profitto normale di una attività e cosa succede quando invece per avverse situazioni non si fanno profitti ma perdite? Lo Stato interviene anche in quel caso? Dovrebbe intervenire prima, ovvero nella definizione delle regole e dei paletti. Ha sollevato molte perplessità nella sua prima stesura. Nel caso delle banche - continua il docente ed economista - è vero che l'intervento pubblico a sostegno della stabilità delle stesse nelle crisi finanziarie legittima un ruolo più ampio del pubblico e la richiesta di una attenzione maggiore delle banche al tessuto sociale" ma questo, continua l'economista, "non può essere declinato in modo punitivo e normativo ex post, soprattutto per le imprese quotate. Non a caso - ricorda - la prima reazione del mercato era stata molto negativa".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza