cerca CERCA
Domenica 28 Aprile 2024
Aggiornato: 09:08
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Cauto ottimismo e ripresa fiducia, da Acri-Ipsos il rapporto tra italiani, economia e risparmio

30 ottobre 2023 | 15.15
LETTURA: 5 minuti

Presentata l'indagine annuale. Aumenta chi sostiene che sia migliorata la propria situazione, in calo chi lamenta un peggioramento. Rimane però alto il pessimismo sulla situazione del Paese. Sale anche la percentuale di chi può far fronte a una spesa improvvisa di 1.000 euro

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Il forte pessimismo degli italiani sul clima economico del Paese che aveva contraddistinto il 2022, trascinando verso il basso la fiducia di consumatori e aziende, si è significativamente allentato, lasciando spazio, quest’anno, a un rimbalzo positivo, accompagnato da una ripresa della fiducia di famiglie e imprese, complice un complessivo buon livello di soddisfazione per l’andamento delle proprie finanze e un calo di coloro che sono molto insoddisfatti della propria situazione economica. E' quanto evidenzia l'indagine annuale di Acri 'Gli italiani e il risparmio', realizzata in collaborazione con Ipsos e presentata oggi, alla vigilia della 99esima Giornata Mondiale del Risparmio.

Vi è, inoltre, in generale un clima di più cauto ottimismo guardando ai prossimi 2 o 3 anni, nonostante permangano condizioni di difficoltà e incertezza economica e sociale. Ed è proprio l’incertezza delle prospettive che induce a dare più spazio all’oggi, alla vita attuale, anche se non può venire del tutto meno la necessità di inserire le proprie scelte di consumo e investimento in una cornice di più ampio respiro.

Nel corso del 2023, nonostante continuino a prevalere le famiglie che lamentano la difficoltà di tenuta o il peggioramento del tenore di vita, cresce chi dichiara di aver avuto un miglioramento del proprio tenore, in crescita rispetto al 2022 (14% contro 7%), mentre coloro che lamentano un peggioramento scendono (13% contro 19%). Di fatto questi dati segnano un ritorno a una situazione più simile a quella pre-pandemica. Infatti, nel 2022, dopo un anno in cui aveva prevalso una ventata di ottimismo (2021), gli italiani erano stati investiti da un’ondata di forte pessimismo, alimentata da un nuovo contesto fuori controllo: il conflitto in Ucraina e la spirale inflazionistica che faceva temere un rischio di recessione.

Nel 2023 gli italiani mostrano di aver riguadagnato una timida fiducia, non tanto per la crescita degli ottimisti, che rimangono stabili (27% contro 26%) quanto per una più ridotta quota di pessimisti (52% contro 58%); i più radicali si riducono di 9 p.p. passando da 29% a 20%. Complessivamente assistiamo dunque ad un rimbalzo positivo rispetto all’anno in corso; -25 il saldo tra 27% ottimisti e 52% pessimisti nel 2023 contro -32, il saldo tra ottimisti pari al 26% e pessimisti pari al 58% nel 2022.

Sono in particolare le prospettive economiche personali che volgono in positivo: +11 p.p. il saldo tra chi pensa che nei prossimi 3 anni la propria situazione personale migliorerà contro quelli che pensano che peggiorerà. E sono i più giovani, i 18-30enni, in particolare a guardare la propria situazione economica con maggior ottimismo per il futuro, seguiti dai Millenial (31-44 anni) che recuperano le attese. Rimane invece alto il pessimismo sulla situazione economica del Paese, con un 54% di pessimisti e solo un 17% di ottimisti.

Questa situazione ha consentito agli italiani una accresciuta capacità di risparmio (il 48% è riuscito a risparmiare contro il 43% nel 2022) e una minor necessità di intaccare i propri risparmi. Allo stesso tempo emerge una lieve ripresa degli investimenti più orientati a strumenti finanziari meno rischiosi.

Spese improvvise - I risparmi accumulati, anche grazie al periodo del lockdown, permettono a molti italiani di fare fronte a spese impreviste con mezzi propri e con una certa tranquillità per piccoli importi. Si tratta di un numero in lieve crescita rispetto allo scorso anno: 77% le famiglie in grado di far fronte a spese non programmate pari a 1.000 euro (75% nel 2022). Risulta, invece, più difficile affrontare spese impreviste di entità importanti, stante il perdurare di un elevato tasso di inflazione e la volontà di mantenere i propri consumi: il 36% delle famiglie è in grado di fare fronte a spese non programmate di 10.000 euro, in lieve calo rispetto al 2022 (39%). Quindi, spiega l'indagine, si conferma con particolare evidenza l’attitudine tradizionalmente positiva degli italiani verso il risparmi. Si riscontra anche per le famiglie più in difficoltà economiche che si sono sforzate di aumentare il risparmio, facendo meno ricorso a prestiti o ai risparmi accumulati.

Il concetto di risparmio ha un’accezione prevalentemente positiva: è associato per lo più alla tranquillità (39%), ma anche a tutela (22%), saggezza (16%) e crescita (10%); risparmiare implica anche una proiezione al futuro per un italiano su quattro. Allo stesso tempo, per un italiano su tre, il risparmio oggi, più di un anno fa, implica fare dei sacrifici (29% contro 25% nel 2022). Crescono coloro che vivono la capacità di risparmio con meno ansia e senza troppe rinunce (53% contro 49% nel 2022), tornando di fatto ai livelli del 2021, a fronte di una contrazione di coloro che non vivono tranquilli se non mettono da parte dei risparmi (34% contro 37% nel 2022).

Il rapporto con liquidità e investimenti - Nell’attuale contesto di incertezza economica, rimane forte la propensione degli italiani verso la liquidità come forma di protezione dall’imprevisto. Tuttavia, si osserva una crescita della propensione verso strumenti finanziari meno rischiosi, che possano mettere al riparo dall’erosione dei propri risparmi dovuta all’inflazione e godere di tassi via via sempre più positivi. Per più di un terzo degli italiani l’accumulo di denaro è fine a sé stesso. Tra i due terzi che invece risparmiano con una progettualità futura, emerge una visione più a breve termine rispetto al 2022. Nel 2023 cresce il livello di apertura all’investimento: il 36% dichiara di investire una parte dei risparmi rispetto al 34% nel 2022. Si mantiene costante la propensione a spendere il denaro o a tenerlo a disposizione sul conto corrente che riguarda il 62% degli italiani (era il 63% nel 2022 e il 61% nel 2021). Aumenta in maniera rilevante, spiega ancora l'indagine, la propensione a strumenti finanziari più sicuri (38% contro 23% nel 2022) che offrono maggiore stabilità e una minore esposizione al rischio, questo a scapito della liquidità, che passa dal 35% al 26% e di strumenti più rischiosi come l’azionario che scendono dal 10% dello scorso anno al 7% del 2023.

Nell’investire, si guarda alla rischiosità dell’investimento (28%) e alla solidità del soggetto proponente (21%). Diminuisce invece la quota di coloro che investirebbero in attività con impatto positivo su ambiente e società (20%), ritornando ad un livello del tutto simile a quanto registrato 2021 (19%): la situazione di crisi sembra aver fatto venir meno l’interesse a investire in sostenibilità.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza