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Covid-19, Aeroporti europei: "restrizioni di viaggio non coordinate creano confusione"

26 ottobre 2021 | 18.38
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(Fotogramma)
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Le restrizioni di viaggio globali non coordinate, gli squilibri negli aiuti fiscali e la minaccia all'azione climatica senza supporto normativo. Sono questi i temi affrontati dal presidente di Aci Europe, Jost Lammers, in occasione dell'assemblea generale. Rivolgendosi alla comunità aeroportuale, ai partner industriali presenti a Ginevra, Lammers ha chiesto un allineamento globale e approcci basati sul rischio per ripristinare il movimento mentre la ripartenza zoppica. E' stato categorico sul fatto che è necessaria una maggiore guida internazionale per allineare l'''incredibile mosaico" di regimi di viaggio. ''Alla base di questo dovrebbero esserci i principi di viaggi illimitati per i vaccinati e l'accettazione di protocolli di test per coloro che non lo sono''.

In definitiva, ''uno standard globale completamente digitalizzato per la verifica dello stato di salute sarà l'imperativo se gli aeroporti devono gestire un traffico passeggeri in graduale aumento''. E qui, Lammers ha lodato il modello europeo. ''Il certificato Digital Covid dell'Ue presenta una soluzione collaudata pronta all'uso - una soluzione di cui ogni europeo può essere orgoglioso, è un modello per le credenziali di stato di salute digitalmente interoperabili che sono destinate a diventare una caratteristica duratura dei viaggi aerei''.

Concentrandosi sull'Europa, Lammers ha sottolineato che ''l'imperativo è di allineare senza soluzione di continuità i regimi di viaggio sia all'interno dei confini dell'Unione europea che al di fuori''. Lammers, poi, ha lanciato un messaggio a quei governi che ancora impongono restrizioni ai vaccinati, in particolare il Regno Unito, in quanto ignorano prove basate sul rischio e "sfidando la logica". Questo, ha sottolineato, ''danneggia non solo l'aviazione del Regno Unito, ma l'economia britannica nel suo complesso''.

Passando alla capacità di recupero degli aeroporti europei, il presidente di Aci Europe ha descritto un panorama desolante di debolezza finanziaria sistematica dell'industria del trasporto aereo, dato che ''gli aeroporti hanno continuato ad operare per mesi con entrate quasi nulle e senza la 'generosità finanziaria' estesa a diverse grandi compagnie aeree''. ''Gli aeroporti sono stati anche deliberatamente lasciati fuori dal piano di ripresa dell'Ue da 750 miliardi di euro e non hanno avuto altra scelta che indebitarsi in modo massiccio. Ora di fronte a una ripresa ad alta intensità di costi e scarse entrate, la loro capacità di investire in sostenibilità, digitalizzazione e capacità è stata chiaramente compromessa'', ha sottolineato Lammers.

''Con i costi già ridotti, l'assenza di ulteriore sostegno finanziario da parte dei governi e di regole più flessibili sugli aiuti di Stato, la soluzione per molti aeroporti può solo risiedere nell'aumento delle tariffe per gli utenti. In definitiva, come infrastrutture critiche e imprese a sé stanti, gli aeroporti devono rimanere vitali''.

Lammers ha descritto gli aggiustamenti dei diritti d'uso come niente più che di un "controllo della realtà", poiché "il denaro non cresce sugli alberi negli aeroporti". Egli ha denunciato la logica della Iata di usare gli aeroporti come strumenti di sovvenzione per le compagnie aeree come se ci riportasse indietro agli anni '60 e fosse in contrasto con il modello europeo. Questo modello si basa sul fatto che gli aeroporti sono "imprese commerciali indipendenti che si attengono alla disciplina fiscale". In questo contesto, Lammers ha invitato la Commissione europea a "rimanere assolutamente impegnata a preservare l'integrità e la resilienza del mercato unico dell'aviazione", di cui gli aeroporti come imprese a pieno titolo sono una parte essenziale. Inoltre ha anche chiesto la revisione del regolamento sulle bande orarie dell'Ue, dato che la pandemia ha esposto il vero costo per gli aeroporti, la connettività aerea e i consumatori di un sistema obsoleto e inadatto ad una crisi.

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