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Eni archivia un anno difficile,

12 maggio 2016 | 17.20
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Claudio Descalzi, ad di Eni
Claudio Descalzi, ad di Eni

Nonostante un mercato del greggio con quotazioni crollate fino a 30 dollari il barile, Eni archivia un 2015 difficile ma con debiti in calo e un dividendo confermato a 80 centesimi per azione ( che significa per Cdp, che detiene una quota del 25,76%, un maxi assegno di circa 749 milioni mentre al Mef, che detiene il 4,34%, un assegno di 126,1 mln di euro". Nell'assemblea degli azionisti l'ad Claudio Descalzi ha così potuto esporre "risultati importanti" raggiunti "con una discesa del prezzo del 50% tra il 2015 e il 2014". Eppure, ha spiegato "il calo della cassa operativa è stato solo del 15% quando altri hanno perso 30-40%. E’ stato un elemento fondamentale che ci ha permesso di coprire capex e dividendi con il flusso di cassa. Abbiamo performato meglio rispetto alla media dell'industria".

Inoltre, aggiunge Descalzi, "abbiamo ottenuto anche una cosa fondamentale: mentre il prezzo del petrolio scendeva siamo riusciti a diminuire il debito: siamo a 11 miliardi a fine anno con un prezzo del petrolio a 54 dollari al barile mentre qualche anno fa eravamo a quasi 20 mld con un petrolio a 100-110 dollari dal barile".

"L'Eni - ha spiegato - ha ridotto i costi puntando ad investire in progetti più semplici, meno costosi ma con un avvio di produzione più rapido. Abbiamo ridotto i nostri investimenti del 38% ma siamo riusciti a mantenere il nostro obiettivo di una crescita della produzione del 3,5%. Abbiamo rallentato i progetti costosi e mosso gli investimenti sui progetti più semplici", ha sottolineato l'ad del gruppo petrolifero. Per Descalzi le società "con un breakeven basso come l'Eni vivono. Chi invece ha un breakeven troppo alto non dico che muore ma entra in una sofferenza importante".

"Nei prossimi tre anni - ha aggiunto - investiremo circa 500 milioni di euro in rinnovabili e altri 500 nella ricerca scientifica sulle rinnovabili", somme che si vanno ad aggiungere a quelle già investite "nella ricerca scientifica soprattutto nel solare. Nelle biomasse abbiamo soprattutto investito nella trasformazione di rifiuti in olio combustibile e abbiamo fatto anche investimenti nello storage".

Descalzi ha poi spiegato che si è "vicini ad una soluzione" per Versalis, la società chimica dell'Eni. "Il problema -ha ammesso - è che prima di finalizzare dobbiamo vedere se ci sono tutte le garanzie sugli investimenti e sul ciclo produttivo". Il fondo Usa Sk capital, ha spiegato l'ad di Eni, "ha 9 mila dipendenti e il suo fatturato è di circa 9 miliardi l’anno". Comunque, ha precisato Descalzi, nonostante questo, "se non ci sono le condizioni non andremo avanti".

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