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Credito: difficile se sei precario, 'no' per 7 su 10/Adnkronos

01 novembre 2014 | 15.10
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E' quanto emerge da un'indagine dell'Adnkronos. Spesso è solo il soccorso di un 'garante', un genitore o un parente con una situazione stabile, a sbloccare situazioni altrimenti destinate a essere cestinate. Nel caso di prodotti ad hoc le condizioni sono molto più sfavorevoli. E molti ripiegano sui prestiti facili, spesso a rischio truffa

Credito: difficile se sei precario, 'no' per 7 su 10/Adnkronos

Dalla rata per la macchina al prestito per aprire un'attività. Fino al mutuo per la casa. Accedere al credito resta difficile per chi non ha un lavoro stabile. E, muovendosi tra banche e finanziarie, un giovane precario continua a incassare una lunga serie di 'no'. E' quanto emerge da un'indagine dell'Adnkronos, che rielabora dati raccolti su tutto il territorio nazionale. In media, a 7 giovani con contratti a termine su 10 viene negato un prestito. Almeno restando nei canali principali e 'sicuri', rivolgendosi agli istituti di credito e alle principali finanziarie.

Spesso è solo il soccorso di un 'garante', un genitore o un parente con una situazione stabile, a sbloccare istruttorie altrimenti destinate a essere cestinate. Ma in questi casi sono le condizioni del prestito a cambiare, con una serie di clausole incrociate che vanno a gravare interamente sulla copertura offerta dal garante. Solo il 30% delle richieste va a buon fine senza un soccorso esterno. Si tratta dei casi in cui le banche e le finanziarie offrono prodotti ad hoc che presentano condizioni molto più sfavorevoli, guardano al tetto del finanziamento, al tasso di interesse, e alla durata della rate, rispetto al prodotto equivalente destinato al lavoratore a tempo indeterminato.

In sostanza, se il mercato del lavoro ha virato ormai verso la flessibilità - in 5 anni, tra il 2008 e il 2013, i contratti a tempo indeterminato sono diminuiti del 46,4% mentre quelli a termine segnano un +19,7% - il mercato del credito resta sostanzialmente rigido, escludendo di fatto chi non può contare su un contratto stabile o su un garante fidato.

In questo contesto, per molti l'alternativa è quella di ripiegare sui prestiti facili, spesso a rischio truffa. Veloci, facili, senza garanzie. Online, si moltiplicano le offerte, condite da slogan 'accattivanti'. E, di conseguenza, cresce anche il rischio truffe: su 10 siti internet, 6 chiedono un anticipo per le spese di istruttoria, a fronte di un documento inviato via mail, senza alcuna verifica preventiva. La rete è ormai piena di offerte. Ce n'è per tutti i gusti. Anzi, se sei un cattivo pagatore, se hai subito un protesto o se non hai un lavoro, sei un cliente privilegiato. I messaggi pubblicitari sono tutti espliciti: 'Prestito Svelto, Chiaro e Senza Perdite di Tempo anche a Cattivi Pagatori, Cassaintegrati e Disoccupati'. Oppure, ancora: 'Erogazione in 24/48 ore, Firma singola, Rata e Tasso fisso, Importo a domicilio, Nessuna motivazione'. Per tentare la fortuna con questo tipo di prestiti basta avere una busta paga, ma sono previste anche formule per chi non può dimostrare il proprio reddito. Massima libertà per il cliente: può saltare una rata, modificarne l'importo, variare la durata del prestito, ma anche estinguere anticipatamente senza pagare alcuna penale. Ovviamente, è tutto più semplice se per una bolletta non pagata non si è finiti nel database di qualche centrale rischi. In questo caso, però, spendendo qualcosa in più e ampliando leggermente la ricerca, si può ripiegare sull'offerta più spregiudicata, quella che garantisce assistenza anche ai cattivi pagatori, con tanto di portale internet dedicato ai prestiti per i protestati.

Anche lì dove non c'è truffa, è complicato per l'utente valutare correttamente il tasso di interesse effettivo del finanziamento: l'utente si deve confrontare con il TAN, il tasso annuale, e il TAEG, il tasso annuo effettivo globale. Quantificano il tasso di interesse di un prestito personale. Ma il primo, più pubblicizzato, è molto meno importante del secondo, spesso assente o relegato in fondo alle comunicazioni d'offerta. TAN: sta per "tasso annuale". E' quel tasso di interesse espresso in percentuale sul credito concesso al cliente. Normalmente, per valutare bene la convenienza di un finanziamento, non basta conoscere solamente la misura del tasso annuale applicato dal creditore. Tutte le offerte che vengono presentate, tutti i tassi che vengono scritti, tuttavia, riportano sempre e comunque il TAN. TAEG: sta per "tasso annuo effettivo globale". E' il tasso che misura tutta una serie di oneri, che di solito sono presenti, tipo le spese di istruttoria della pratica per il finanziamento, spese di assicurazione e garanzia, spese di riscossione delle rate. La legge stabilisce che, a garanzia del consumatore, gli annunci pubblicitari e le offerte effettuati con qualsiasi mezzo, devono indicare anche il TAEG ed il relativo periodo di validità delle promozioni stesse. Ma questo tasso in genere viene scritto, in piccolo, in basso alla comunicazione in caratteri spesso microscopici.

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