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Editoria, ancora polemica in Francia su Hachette in mani Bolloré. Ex ministro: "rischio per pluralismo"

11 febbraio 2022 | 14.09
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Editoria, ancora polemica in Francia su Hachette in mani Bolloré. Ex ministro:

Continua a fare discutere in Francia nel settore dell'editoria l'opa che si appresta a lanciare il gruppo Vivendi, che controlla tra gli altri il gruppo editoriale Editis (numero due del settore dell'editoria in Francia), sul gruppo Lagardère, che controlla tra gli altri il gruppo editoriale Hachette Livre. "Sono molto spaventata da tutto questo, perché ciò che mi sembra più importante è la libertà di creazione e la diversità di questa creazione. Se un unico attore del settore controlla un'intera parte di questa catena creativa, è ovviamente un rischio per il pluralismo, per la biodiversità in tutti i sensi del termine. E' molto preoccupante", spiega ai microfoni di 'France Info', Françoise Nyssen, la proprietaria della casa editrice 'Actes Sud' ed ex ministro della Cultura.

Oggi, spiega Nyssen, "il gruppo Vivendi Bolloré Editis possiede Canal plus, CNews, Europe 1, la stampa con il gruppo Prisma, il Jdd, Paris Match... Hachette è anche Havas, sale di spettacoli come l'Olympia, aziende di intrattenimento, con tutti i possibili derivati ma anche numerose librerie. Quindi c'è la possibilità di attirare a sé l'intera catena del'edizione e concentrare nelle mani di una sola persona l'intera filiera".

Nei giorni scorsi si era espresso anche Antoine Gallimard, il presidente della casa editrice omonima e del gruppo Madrigall. Per Gallimard questa operazione da parte della società controllata dal finanziere bretone Vincent Bolloré "è un vero tsunami": "sono molto preoccupato. Si tocca un campo molto sensibile in particolare quello che riguarda i libri scolastici", ha sottolineato Gallimard ai microfoni di 'France Inter' lo scorso 9 febbraio. "La grande forza del settore dell'editoria in Francia è la diversità, sono le librerie indipendenti, piccole case editrici. Facciamo un mestiere di artigiani. L'approccio economico e industriale condotto da Vincent Bolloré non ha senso", ha spiegato ancora Gallimard. "In Francia non è distruggendo la concorrenza che si diventa grande. La cultura non dovrebbe essere dominata dalla finanza. E' pericoloso".

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