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Libro dei Fatti 2023

Eni, Descalzi: "Dopo crisi gas russo lavorare a alleanze basate su equilibrio e rispetto"

24 ottobre 2023 | 15.37
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L'amministratore delegato in un intervento per il Libro dei Fatti 2023 ripercorre le fasi della crisi causata dalla guerra in Ucraina

Claudio Descalzi - Fotogramma
Claudio Descalzi - Fotogramma

"Un anno fa, nel periodo in cui scrivo, stavamo completando la composizione del piano di sostituzione del gas russo nel nostro portafoglio e ci trovavamo di fronte a uno scenario energetico denso di incognite. Eravamo riusciti in pochissimo tempo a garantirci le forniture che ci avrebbero consentito di sostituire il 50% dei volumi russi già nell’inverno che avevamo di fronte, e che ci permetteranno di sostituirne l’80% il prossimo e il 100% in quello 2024-2025. A distanza di un anno, posso dire che riuscire a trovare tutto quel gas in così poco tempo è stato poco meno di un miracolo". A sottolinearlo è l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, che ha delineato il quadro in un intervento per il Libro dei Fatti 2023 edito dall'Adnkronos, arrivato alla sua trentatreesima edizione, nel sessantesimo anno di attività dell'agenzia.

Nel suo intervento al Libro dei Fatti 2023 l'ad di Eni - che proprio ieri ha annunciato di avere concluso un accordo di acquisto di Gas dal Qatar che durerà 27 anni e che vede la consegna di 1,5 miliardi di metri cubi di Gnl ogni 12 mesi al rigassificatore di Piombino - ricorda che la "soluzione" al problema approvvigionamento di gas non russo "non è piovuta dal cielo" perché "già da diversi anni, infatti, come Eni stavamo focalizzando il nostro portafoglio sul gas derivante da nostre produzioni (Egitto, Algeria, Congo, Mozambico, Angola, Nigeria, Indonesia, Libia, Mare del Nord, Italia), piuttosto che su quello acquistato e rivenduto, come quello russo".

"Ma mentre abbiamo vinto contro l’emergenza, guardando al medio e lungo termine non possiamo sederci sugli allori. Dobbiamo imparare la lezione che abbiamo avuto dalla crisi dello scorso anno e spingere fortissimo, politicamente e a livello economico-industriale, su una strategia che metta insieme con pari forza transizione energetica e sicurezza delle forniture, applicando nelle nostre scelte una neutralità tecnologica che andrà continuamente alimentata da importanti investimenti, e che superi qualsiasi ideologia o tentazione di cedere al richiamo del facile consenso" indica Descalzi nel suo intervento.

"Lasciare buona parte energia che produciamo insieme"

"Dobbiamo lavorare - scrive inoltre Descalzi in un altro passaggio del suo intervento al Libro dei Fatti 2023 - a vere e proprie alleanze basate sull’equilibrio e il rispetto reciproco, nell’ambito delle quali dobbiamo lasciare alle popolazioni locali buona parte dell’energia che produciamo insieme, contribuire allo sviluppo socio-economico locale, creare occupazione sui territori, favorire l’accesso all’energia e promuovere iniziative diversificate in ambiti come la salute, l’educazione, l’agricoltura, la formazione professionale e imprenditoriale".

"Dobbiamo creare così - prosegue l'ad di Eni - valore reciproco, in ragione della prospettiva di poter diversificare maggiormente i nostri mix energetici e le vie di approvvigionamento, e di creare abbondanza di energia sempre più decarbonizzata a favore della competitività e della crescita. È l’approccio che adottiamo in Eni, e mi piace citare a questo proposito, a titolo di piccolo esempio, gli accordi che abbiamo firmato come Eni con diversi Paesi africani per la produzione in loco di materie prime agricole in aree altrimenti non coltivabili che utilizziamo per la bioraffinazione in Italia".

"I Paesi ne sono entusiasti: sono progetti green, guardano al futuro e soprattutto ad altissima intensità di lavoro. Riusciremo a creare centinaia di migliaia di posti di lavoro. Queste, credo, siano le alleanze di cui abbiamo bisogno e sulle quali bisogna lavorare" conclude l'ad Descalzi.

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