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Eni pronta a investire in Iran, Descalzi ha già preparato il terreno

15 luglio 2015 | 13.12
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L'Eni, se ci saranno le condizioni per farlo, è pronta a tornare a investire in Iran. Il gruppo guidato da Claudio Descalzi, del resto, ha già preparato il terreno, quando ancora l'accordo raggiunto martedì sul nucleare era una speranza e non ancora una certezza. A maggior ragione oggi, ci sono i presupposti per un impegno che possa trainare anche il resto delle imprese italiane in un Paese che può offrire opportunità importanti. E, anche se ancora non sono stati definiti gli aspetti tecnici e logistici, è prevedibile che Eni sia in prima fila nella missione imprenditoriale che sarà organizzata a breve dal ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi.

La posizione ufficiale del gruppo è necessariamente cauta: "L'accordo di ieri rappresenta una tappa incoraggiante. Se le sanzioni internazionali venissero sollevate e il governo iraniano proponesse un nuovo quadro contrattuale, più allineato agli standard internazionali e meno penalizzante per le compagnie dell’oil&gas, potremmo considerare nuovi investimenti nel paese", spiega un portavoce.

Ma la società guidata da Descalzi, di fatto, ha già mosso passi significativi. Come ha spiegato recentemente lo stesso amministratore delegato: "Sono andato a Teheran, primo amministratore delegato di un gruppo petrolifero, per sbloccare i nostri crediti commerciali. Abbiamo lavorato duramente durante l'embargo per arrivare a questo risultato, e nel bilancio 2015 dovremmo trasformare quel contenzioso in barili, che faranno parte ufficiale della nostra produzione". Nella stessa circostanza, un'intervista di metà maggio, Descalzi fissava anche un arco temporale relativamente breve per sbloccare la situazione: "A mio avviso entro fine anno Teheran potrebbe proporre una nuova forma di contratti, più simile agli standard internazionali e meno penalizzante per gli operatori e le major petrolifere. Se Teheran fa questo passo, e credo che ne abbia l'interesse, potrebbe essere la svolta". Oggi, con l'accordo sul nucleare appena fatto, queste previsioni sembrano più vicine a concretizzarsi.

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