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L'identità delle persone e il cuore delle valute digitali nazionali

10 maggio 2021 | 11.26
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Digitali ma controllate, libere ma centralizzate: le nuove valute nazionali lavorano sull'identità digitale.

L'identità delle persone e il cuore delle valute digitali nazionali

Fin dall'ottobre 2020 il Consiglio europeo ha programmato lo sviluppo di un quadro normativo comune per l'identificazione elettronica pubblica e sicura (e-ID), comprese le firme digitali interoperabili. Il tutto con l'obiettivo di fornire alle persone una identità online univoca che consenta anche l'accesso ai pubblici servizi digitali. Il programma prevede che l'80% dei cittadini dell'UE possa utilizzare una soluzione di e-ID entro il 2030.

Un interessante articolo del Financial Times racconta, in parallelo, come Goldman Sachs abbia di recente pubblicato un report sullo stato degli esperimenti attorno alle valute digitali della banca centrale Usa che tocca proprio la questione dell'identità e dell'anonimato: ”Per evitare di facilitare le attività illecite, le banche centrali hanno per lo più deciso contro i conti completamente anonimi e le transazioni senza tracciabilità”. Ciò su cui le ricerche e la sperimentazioni CBDC (Central Bank Digital Currency) stanno convergendo è la consapevolezza del fatto che sarà quasi impossibile emettere tali valute al di fuori di un sistema nazionale di gestione dell'ID digitale. Il che significa: le CBDC saranno probabilmente legate ad account personali che includono dati, storia creditizia e altre forme di informazioni rilevanti.

Ci sono una serie di ragioni per questo, ma la più importante riguarda il fatto che in questa partita si gioca un azzardo morale tra la necessità, per queste valute, di essere strutturalmente progettate come universali e accessibili a tutti, indipendentemente dalla nostra storia creditizia o dai fatti che ci riguardano, e quella di aderire agli standard internazionali in materia di antiriciclaggio. Se il sistema è universale non può discriminare, quindi in linea teorica non potrebbe nemmeno impedire il sostegno alle attività illecite. Spiega Goldman nel report riportato dal FT: “Per risolvere questo problema, le banche centrali hanno per lo più deciso contro la possibilità di aprire conti completamente anonimi o hanno limitato la dimensione delle transazioni anonime. I governi hanno diversi gradi di conoscenza delle transazioni e generalmente hanno affidato l'onere del monitoraggio dei clienti e delle transazioni CBDC agli intermediari delle banche commerciali”.

L'altro rischio è quello della disintermediazione delle banche dal ruolo non solo di controllo ma anche di spostamento e gestione delle masse finanziarie. Goldman osserva in proposito: “Le banche centrali stanno progettando le loro CBDC in modo da stabilire limiti ai saldi totali o di limitare il grado in cui i clienti possono scambiare i depositi esistenti con CBDC”. In sostanza, le banche centrali lavorano su valute basate sull'identità digitale. Ma, a questo punto, diventa centrale porsi domande: a chi affidiamo i nostri dati personali per la costruzione dell'identità digitale, quante persone, quanti enti, quante società ne hanno il controllo e, soprattutto che tipo di informazioni non monetarie dovrebbero o non dovrebbero essere contenute al suo interno?

Infine, rileva il FT, è improbabile che ciò che funziona per paesi autoritari come la Cina, che hanno la forza di imporre sistemi monetari basati sulla sorveglianza intensiva, funzioni allo stesso modo per stati come la Gran Bretagna o gli Usa. In Svizzera, per esempio, è stato di recente prodotto un referendum proprio sull'introduzione di un potenziale sistema nazionale di identità elettronica. I risultati finali hanno visto il 64,4% degli elettori dichiararsi contrari al programma. Tuttavia, l'opposizione alla proposta non è stata tanto promossa attorno al rifiuto totale di un sistema di identificazione elettronica quanto all'idea che l'identificazione possa essere gestita da società private e non dal governo sotto la piena supervisione democratica. Un dibattito pubblico su questo tema non è ancora partito e il rischio è che i nuovi sistemi monetari possano essere imposti dall'alto senza il necessario confronto sociale.

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