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Firenze: 1427-2011, 6 secoli dopo super-ricchi sono sempre gli stessi

19 maggio 2016 | 17.45
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Firenze: 1427-2011, 6 secoli dopo super-ricchi sono sempre gli stessi

Andare a Firenze, si sa, è come salire sulla macchina del tempo e tornare indietro di circa 600 anni tra cupole e affreschi, ma avranno avuto la sensazione di fare un salto nel passato anche i due economisti della Banca d'Italia Guglielmo Barone e Sauro Mocetti che hanno avuto l'idea di confrontare i dati fiscali dei fiorentini del 1427 e quelli dei contribuenti del 2011. Il risultato? La ricchezza a distanza di 6 secoli è rimasta in mano alle stesse famiglie, dinastie inossidabili che hanno conservato il patrimonio nonostante sconvolgimenti politici, economici, demografici e sociali.

'Qual è il tuo cognome? La mobilità intergenerazionale negli ultimi 6 secoli', lo studio è pubblicato sul sito VoxEu. A rendere possibile la curiosa ricerca è stata una crisi finanziaria: anno 1427, Firenze era sull'orlo della bancarotta per la guerra in corso con Milano e fu fatto un censimento fiscale su 10mila cittadini, con nome, cognome, professione e patrimonio. Dall'esame degli elenchi emerge come circa 900 dei cognomi più facoltosi siano ancora presenti a Firenze per un totale di 52mila contribuenti. Discendono da dinastie della corporazione dei calzolai al 97esimo percentile di reddito nel 1429, dei produttori di seta e dei giuristi al 93esimo, tra gli altri. A semplificare l'operazione sulla tracciabilità delle famiglie il fatto che i cognomi di Firenze abbiano uno spiccata connotazione regionale. E anche se non tutte le persone con lo stesso cognome discendono dalla stessa famiglia, la stragrande maggioranza sì.

In conclusione quel che emerge dal raffronto è uno status socio-culturale persistente in cui una metaforica "lastra di vetro protegge i discendenti dei ceti alti dai rischi di una discesa economica". E il caso 'Firenze' secondo i due economisti può essere generalizzato anche alle principali città delle economie avanzate. Un lavoro quello dei due senior economist della Banca d'Italia realizzato ad un'unica condizione: che non si rivelassero i nomi dei super ricchi della città del Giglio. In ogni caso intuirli non è difficile.

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