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Cosa sono i fringe benefit e come funziona il limite di esenzione

Negli ultimi anni il limite di esenzione dei fringe benefit è cambiato più volte: ma cosa sono e quali sono i parametri per beneficiare del trattamento agevolato? Le regole previste e le prospettive future

Cosa sono i fringe benefit e come funziona il limite di esenzione
28 agosto 2023 | 14.16
LETTURA: 3 minuti

In vista dell’inaugurazione dei lavori per la Legge di Bilancio 2024, si discute già delle novità per il riconoscimento dei fringe benefit ai lavoratori e alle lavoratrici dipendenti da parte dei datori di lavoro e in particolare sul limite di esenzione previsto.

Secondo la normativa in vigore, l’importo dei bonus riconosciuto non concorre alla formazione del reddito entro determinate soglie.

Ma quali sono i benefici che possono essere considerati fringe benefit e quali sono i parametri per l’applicazione del trattamento agevolato?

Le regole previste a regime e le prospettive future.

Fringe benefit: cosa sono e quali vantaggi prevedono?

Possono definirsi fringe benefit i compensi in natura. Si tratta di forme di retribuzione aggiuntiva riconosciute alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti che consistono in beni e servizi, a cui si aggiunge l’erogazione di somme in denaro prevista in alcuni casi.

Qualche esempio? La concessione dell’auto o del cellulare in uso promiscuo o anche la concessione di prestiti a condizioni vantaggiose sono fringe benefit.

A differenza di altre forme di welfare aziendale, possono essere riconosciuti ad personam dal datore di lavoro senza particolari accordi.

A rendere ancora più vantaggiosi i bonus riconosciuti, è l’esenzione fiscale e contributiva prevista entro determinati limiti.

Nell’articolo 51 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi si legge:

“Non concorre a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati se complessivamente di importo non superiore nel periodo d'imposta a lire 500.000”

A regime, quindi, la soglia da rispettare per beneficiare del trattamento agevolato è pari a 258,23 euro.

Entro questa cifra gli importi in busta paga, i beni e servizi riconosciuti, non vengono tassati, con un vantaggio per chi li riceve.

Fringe benefit e limite di esenzione: come funziona?

Negli ultimi anni su questo passaggio normativo ci sono stati diversi interventi che hanno ampliato il raggio d’azione dei fringe benefit sia in termini di importo che in termini di tipologia di retribuzione aggiuntiva ammessa ai benefici.

Nel 2022, oltre il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti, anche le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico, dell'energia elettrica e del gas naturale sono entrati a far parte del paniere dei fringe benefit esenti esteso fino alla somma di 3.000 euro.

La conferma è arrivata anche per il 2023 ma solo per i lavoratori e le lavoratrici dipendenti con figli o figlie a carico, compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti, i figli adottivi o affidati.

Rispettare il limite previsto è fondamentale per beneficiare del trattamento agevolato: in caso di superamento della soglia, infatti, il valore complessivo di beni, servizi e somme erogate concorre complessivamente alla formazione del reddito. Il beneficio decade per l’intera somma e non solo per l’eccedenza. La tassazione si applica, quindi, all’intero valore.

Fringe benefit, novità in arrivo per il limite di esenzione

Le ultime decisioni sul limite di esenzione previsto per i fringe benefit e l’importo previsto a regime, molto più basso, indicano la necessità di intervenire sulle regole previste. Senza mettere in campo nuovi interventi dal 2024 il tetto massimo tornerà a 258,23 euro per tutti e tutte.

Ma le intenzioni dichiarate dal Governo vanno nella direzione di una revisione delle regole di riferimento.

Anche nel progetto di riforma fiscale rientra questa prospettiva e le prime indiscrezioni sulla Legge di Bilancio fanno già supporre un aumento dei valori attualmente previsti con una conferma del doppio binario per lavoratori e lavoratrici con o senza figli e un trattamento maggiormente favorevole per i primi.

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