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Italia digitale lenta ma cresce mercato, domani Digital Day dell'Ue

22 marzo 2017 | 16.58
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Performance digitali ancora rallentate, al 25° posto nell'indice Desi ma con una stima di crescita per il 2017 del mercato digitale nazionale tra il 2,3% che, al netto dei servizi di rete, potrebbe arrivare anche al 3,8% rispetto al +1,8% del 2016. Si presenta così l'Italia domani al Digital Day promosso a Roma dalla Commissione Europea, un incontro considerato come uno dei capitoli forti delle celebrazioni per i 60 anni dei Trattati di Roma.

All'evento l'Europa batterà sull'allargamento delle competenze digitali: tenere il tasso di occupazione alto al tempo dell'Industria 4.0 è la priorità. Domani, anticipano fonti europee, si cercherà di inquadrare "il significato dell'aumento esponenziale del ruolo del digitale nella vita degli europei". Lo scenario dell'Europa digitale sarà tracciato dai commissari per il mercato Unico Digitale, Andrus Ansip, e per il Bilancio, Gunther Oettinger, mentre a rappresentare il nostro Paese saranno la titolare del Miur, Valeria Fedeli, che aprirà l'incontro, ed i ministri del Lavoro, Giuliano Poletti, e dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda.

Leader europei e italiani si confronteranno con stakeholders pubblici e privati per rafforzarne la cooperazione: "L'obiettivo è alzare il tasso di qualità della vita dei cittadini europei e rafforzare l'economia dell'Unione" scandiscono da dietro le quinte del meeting. Il focus della 'giornata digitale' sarà quindi "comprendere come l'Ue può sfruttare al massimo l'innovazione digitale" per il progresso della società e lo sviluppo economico. Si dovrà partire, segnala l'Ue, dalle competenze visto che Bruxelles calcola che appena il 3,6% degli occupati ha competenze tecnologiche e nel 56% i cittadini dell'Unione che hanno skills digitali. Non bastano. Per l'Europa sono cifre "troppo lontane dalle esigenze reali".

L'Ue segnala infatti che al 2020 ci saranno fino a 700mila posti disponibili nel settore dell'Ict, per quella data l'Unione calcola in un milione i posti vacanti complessivi nei lavori digitali. Per questo anche l'Italia si muove sul fronte delle competenze digitali. A inizio marzo il Miur ha lanciato un investimento da 80 milioni di euro mirato alle competenze digitali, un fondo che rientra in un quadro più ampio in 10 azioni per fare della scuola il motore delle competenze digitali nel Paese.

Ma nello scenario dell'economia digitale il nostro Paese dovrà convincere di più visto che nel 2017 il Digital Economy and Society Index valuta Danimarca, Finlandia, Svezia e Paesi Bassi come i Paesi che hanno le economie digitali più avanzate dell'Unione, seguiti da Lussemburgo, Belgio, Regno Unito e Irlanda. L'Italia invece è in coda con Romania, Bulgaria e Grecia. Eppure il quadro dello sviluppo digitale italiano non è solo ombre.

Per quanto riguarda infatti l'utilizzo delle tecnologie digitali da parte delle imprese e l'erogazione di servizi pubblici online, nell'indice Desi il nostro Paese si avvicina alla media Ue e, rispetto all'anno scorso, ha fatto progressi in materia di connettività, in particolare grazie al miglioramento dell'accesso alle reti Nga. Sforzi che però, avvertono gli analisti, potrebbero non bastare per via degli "scarsi risultati in termini di competenze digitali che rischiano di frenare l'ulteriore sviluppo dell'economia e della società digitali".

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